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Cenni storici

Storia

     

Storia

Il Centro di preparazione alla famiglia e consultorio prematrimoniale e matrimoniale di Sassari iniziò la sua attività nel febbraio del 1967 con i corsi per fidanzati e giovani sposi. I1 domenicano, p. Taddei, suo fondatore, si era reso conto che la realtà familiare della città e della sua parrocchia di S. Agostino andava incontro ad uno stato di crisi profonda, dalla quale molte coppie non riuscivano ad uscirne indenni. Focalizzando la sua attenzione sulle motivazioni di queste difficoltà, egli aveva preso coscienza che una delle cause di tale crisi era da ricercarsi non solo nei mutamenti sociali, ma anche nella impreparazione al matrimonio, e dopo quello, nella mancanza di formazione permanente.
Riteneva perciò che fosse necessaria sia la preparazione prima, sia la formazione dopo. Tutte queste riflessioni indussero il domenicano a porsi nei confronti della coppia in un'ottica di prevenzione con predisposizione di mezzi efficaci affinché questa potesse interagire consapevolmente con le problematiche che le nuove situazioni venivano prospettando.
Questa analisi e le esperienze torinesi lo indussero all'avviamento dei corsi in cui si dessero ai fidanzati, ai giovani sposi tutti gli insegnamenti, che avrebbero permesso loro di accedere al matrimonio con un'adeguata preparazione e successivamente con un'altrettanto adeguata formazione.
I corsi, il cui stile fu improntato alla massima correttezza didattica, mirarono alla preparazione della persona e della coppia. Le discipline trattate come si è visto erano molteplici e dai contenuti complessi. Un altro elemento che emerse durante lo svolgimento dei corsi fu l'affermarsi di una forte solidarietà e amicizia tra i partecipanti, amicizia che si estese oltre gli incontri programmati.
Queste aggregazioni furono basilari in quanto garantirono un contatto costante fra le coppie, offrendo un aiuto concreto e sopratutto un confronto efficace e idoneo alla risoluzione delle innumerevoli difficoltà che sorgono nel mènage familiare. Era necessario avviare un processo di formazione continua, per sviluppare le migliori potenzialità delle persone: da ciò i corsi per genitori ed educatori su molteplici tematiche interessanti l'educazione e la famiglia.
I corsi così concepiti durarono per quasi un decennio, ravvivati spesso da dibattiti, tavole rotonde, conferenze costituendo un sicuro punto di riferimento per molta élite cattolica e laica, spesso partecipe ai dibattiti.
Scarso interesse, invece, dimostrò, la maggior parte degli operatori religiosi (parroci, religiose, religiosi, comunità parrocchiali, associazioni cattoliche). Ciononostante, p. Taddei, andò avanti sia pure con scarsi mezzi finanziari e sorretto da un gruppo di giovani coppie che, all'interno del Centro, diedero vita ad un vero e proprio vivaio di famiglie.
I risultati dei primi tre anni di attività del Centro furono oggetto di una comunicazione al convegno promosso dall'Università di Sassari nel 1969. In questa p. Taddei dichiarava che la promozione del Centro era nata dell'esperienza di educatori ed uomini di Chiesa che avevano constatato il progressivo sfaldamento delle famiglie della città.
La comunicazione mise in luce la pluralità degli apporti e delle esperienze, soprattutto di specialisti non appartenenti al contesto sardo, che costituì una fonte di confronto e scambio culturale. Il primo periodo dell'attività del Centro e del Consultorio Trovò legittimazione con il primo statuto: "è costituita, con sede in Sassari, una associazione di diritto privato, [....], con finalità di assistenza alla famiglia secondo lo spirito cristiano [....], per continuare l'attività già svolta da oltre nove anni dai fondatori a titolo personale".
Nel frattempo parecchie coppie erano maturate come conduttrici dei corsi di preparazione al matrimonio e di formazione permanente. Il fondatore e direttore continuò a servirsi dell'esperienza del Punto Famiglia di Torino, ma non trascurò di intrattenere proficui rapporti con altre realtà analoghe della Penisola: la Casa di don Liggeri e i Gruppi Famiglia di don Corti di Milano nonché con C. Vella, esperto nella formazione dei consulenti familiari. I moduli didattici e formativi, sperimentati altrove con opportuni adattamenti, furono seguiti al Centro che nel corso degli anni si dotò di una discreta biblioteca, di riviste, di attrezzature informatiche e di locali idonei. Gli anni che vanno dal `76 all'84, infatti, si presentarono ricchi di iniziative. Il primo periodo aveva rivelato per certi versi i limiti dell'attività di fronte ad un cambiamento repentino della situazione culturale e sociale. Il dibattito, per non dire "la rissa", sulle tematiche divorziste e abortiste a livello politico avevano per tanti versi esacerbato gli animi anche a Sassari: all'interno delle stesse associazioni cattoliche ci fu un'ala di netta opposizione alla campagna referendaria contro il divorzio come contro
l'interruzione volontaria della gravidanza; un'altra ala di astensionisti e un'altra di "aperturisti" a queste leggi propugnate dai cosiddetti partiti laici. La promozione dei metodi naturali, la regolamentazione delle nascite (Ogino e Billings) o come si usava in campo cattolico per la "maternità e paternità responsabile" non bene appresa, era considerata ingannevole. Ci fu sotto vari punti  di vista un minore impegno al dibattito aperto.
P. Taddei e il suo gruppo di operatori "volontari-part time", si orientarono ad adottare metodologie partecipative per una più profonda formazione e per un contatto maggiore di comunicazione e coinvolgimento tra i partecipanti e fra questi e gli operatori familiari. Di particolare rilievo in questo secondo periodo, la formazione dei consulenti familiari, attraverso un corso che faceva riferimento alle teorie di Rogers, per cui partendo dai suoi insegnamenti, venne definito un programma preciso atto a conferire ai partecipanti le nozioni teoriche e pratiche idonee a permettere lo svolgimento di un counseling efficace.
Il consulente doveva essere, infatti, il principale responsabile del buon funzionamento di una struttura consultoriale il cui compito da perseguire nella sua formazione era quello di procurargli le "chiavi interpretative fondamentali" che gli consentissero la collaborazione a livello di linguaggio con gli operatori specialisti quali lo psicologo, il pedagogista, il legale, il consulente morale. Una volta conseguita la preparazione dovuta, i consulenti garantirono in modo più funzionale l'attività del consultorio.

É indubbio che il Centro si sforzò di farsi conoscere in ambito provinciale con corsi più brevi per fidanzati allorquando la sensibilità di altri operatori chiamò i suoi formatori. Ad ogni modo il metodo privilegiato per la conoscenza del Centro fu quello di "contagio".
Con l'istituzione dei consultori pubblici (1975) p. Taddei si preoccupò di rendere sempre più accogliente la struttura, in seguito per tale scopo chiese ed ottenne dalla sua Comunità che fossero predisposti dei locali più idonei e funzionali. All'interno del Centro fu attrezzato un consultorio familiare che si occupava di fornire consulenza psicologica, legale, ginecologica, di aiuto alle coppie, alle famiglie, agli individui a disagio. Fu predisposto un servizio di consulenza per tutte le coppie che desideravano apprendere le nozioni sulla fertilità e sui metodi naturali.
D'altra parte gli operatori più vicini a lui, che lo seguirono costantemente nella sua attività ne assecondarono l'azione. Per quanto aperto a tutti il Centro e il Consultorio, in effetti, divenne punto di riferimento di una élite cattolica che con coraggio, rispetto ai molti cattolici e operatori religiosi tradizionalisti, si misurò con avvenimenti e tematiche scottanti, in una società cittadina che andava rapidamente mutando modelli di vita e cultura.


Oggi é e sono le ore - Aggiornato il 30/11/2024

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