Conversazione 08/01/2011
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8 gennaio 2011
"COSTRUZIONE O DISTRUZIONE famigliare"
speranza e disperazione a colloquio
Speranza umana come amica del tempo
Lo sguardo sull'orologio ci rivela una verità fondamentale della vita umana: il tempo. Anzi ci coinvolge subito in quell'unica direzione che il tempo ci offre e impone: il futuro. Conviene contemplare e ammirare questa caratteristica affascinante e misteriosa del tempo: ha davvero un unico orientamento: il futuro. Il tempo non ci permette di fermarci nell'adesso e ci rende impossibile il ritorno nel passato ma ci spinge ogni secondo verso il futuro. Una verità così centrale e così sicura della vita è degna di essere pensata, curata e consapevolizzata. L'atteggiamento umano che predispone a occuparsi del futuro in questo senso positivo, ammirante, intelligente e costruttivo è la speranza. La speranza prende sul serio questo aspetto centrale della condizione umana, del suo essere rivolta verso il futuro. La prima azione alla quale la virtù della speranza predispone, invita e di cui fa venire il desiderio piacevole è prendersi tempo per pensare il futuro, coglierne le sue caratteristiche e verificare le sue probabilità di abitabilità e personalizzazione.
Di fatto possiamo considerare le virtù come inclinazioni della nostra intelligenza, fantasia, memoria, volontà, sentimenti, emozioni che favoriscono la personalizzazione di tutta la nostra vita intesa come graduale rivelazione delle sue ricchezze e corrispondenti realizzazione delle sue potenzialità in parole, azioni, eventi e progetti. Personalizzazione significa abitarsi sia in quanto alla conoscenza di sé intesa come scoperta dei diversi livelli di significati della mia persona, sia in quanto alla realizzazione consapevole e gioiosa di quanto sono in grado di realizzare.
La speranza ci propone di verificare l'abitabilità del nostro futuro, anzi mi sussurra: "Il tuo futuro è personalizzabile." Notiamo però come eventi, azioni, incontri o progetti futuri ci possono creare ansia. L'emozione ansia, lo vedremo ancora meglio guardando la virtù della temperanza, è come ogni emozione una fedele messaggera e rivelatrice che mi comunica la percezione di me nel momento presente. Me lo segnala non abitabile o non personalizzabile. L'emozione mi dice: in quella circostanza non ti amerai, non ti ritroverai. Prima di tutto può darsi che davvero non bisogna compiere quell'azione o incontrare quella persona o realizzare quel progetto perché in contrasto con la mia dignità o le mie possibilità reali di vita. Allora la paura o l'ansia del futuro nasce dalla mia coscienza. Ma spesso questa ansia mi dice semplicemente: non hai verificato bene il significato dell'azione da compiere. Non abiti bene il valore dell'incontro futuro da compiere o semplicemente non hai proprio reso abitabile la giornata di domani perché non hai ancora progettato niente.
Renderci consapevoli come pensiamo, amiamo, non pensiamo, temiamo o odiamo, gioiamo o ci rattristiamo del nostro futuro ci predispone a interessarci della speranza, a cominciare a coltivarla e a gioirne. Per poter cogliere il significato, il programma narrativo, il messaggio profondo di un film di qualità bisogna guardarlo molte volte da diversi punti di vista e pian piano si svela in me il suo senso, la sua bellezza … lo comincio ad abitare, lo sto personalizzando e mi sta personalizzando perché interpretando divento sempre più persona, sempre più me. La stessa cosa vale per il mio futuro: è intelligibile perciò abitabile e personalizzabile. Ne vediamo ora alcuni aspetti in contesto famigliare.
Famiglia istituzione due volte progressista
A) La condizione nuziale frutto di una promessa
La famiglia sceglie la condizione umana dell'essere in movimento verso il futuro nel modo più radicale possibile. Il suo stesso fondamento, il consenso matrimoniale, è nella sua seconda parte tutto costruito sul futuro: "ti prometto di esserti fedele nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia e di onorarti e di amarti tutti i giorni della mia vita." Gli sposi pronunciando queste parole mirabili si regalano azioni e parole future e quotidiane con delle caratteristiche ben precise. Saranno parole, azioni, gesti capaci di manifestare e di realizzare fedeltà, onore e amore. In quanto sono parole indirizzati al coniuge bisogna specificare ulteriormente: io ti prometto di regalarti parole, azioni, gesti, mimica nelle quali tu ti percepirai onorata/o ed amata/o. Ma la mia fedeltà si attuerà proprio in questo che il mio essere quotidiano a tutti i livelli del mio agire si rivelerà abitabile per tutta la tua persona. Ti prometto che ti ritroverai in me, che ti personalizzerò facendoti scoprire in me le tue potenzialità e facendoti realizzare la tua vita insieme a me.
Siamo di fronte a una grandiosa realizzazione della virtù della speranza articolata in progetto di vita. I coniugi infatti sperano di poter realizzare per tutta la loro vita quanto si promettono nel momento della celebrazione delle loro nozze. Da qui si può intuire che la madre di ogni speranza è l'amore. Talmente forte è l'amore tra due sposi che non possono fare altro che sperare che tutta la loro vita sia vissuta come se la promettono con il consenso matrimoniale. Possiamo ancora notare con quale concretezza l'amore genera il futuro comune nell'immaginazione e nel desiderio dei due sposi innamorati e quale intensa gioia genera la speranza di poter realizzare insieme la loro vita. Questa è la speranza normale: che riempie di gioia quando si pensa a realizzazioni future della propria vita. Vi torneremo parlando dell'amore.
b) I figli dicono futuro
Il secondo aspetto di speranza connaturale alla famiglia sono i figli. Lo stesso atto del generare e del concepire può essere considerato uno dei massimi atti di speranza che una persona possa compiere se con speranza si intende la volontà di realizzazione di un grande valore nel futuro. Se la persona umana stessa è il valore umano più grande desiderare la sua esistenza e collaborarvi effettivamente è sperare nel senso più genuino e potente della parola. L'embrione prima e il fanciullo dopo sono perciò il segno e l'attuazione più eloquente della fiducia nel futuro dell'umanità intera e di ogni singola persona e famiglia. L'embrione e il bambino dicono una parola fortissima: crescere, vale a dire futuro! I figli sono perciò la speranza incarnata e vivente di ogni famiglia e dell'umanità. I bambini annunciano e pretendono l'abitabilità del futuro.
Con la stessa forza con la quale i figli dicono "vogliamo crescere, vogliamo futuro!" i genitori, la coppia genitoriale è il loro futuro, la garanzia quotidiana del loro sviluppo. Succede qualcosa di sconvolgente ai coniugi che diventano genitori: se prima si promettono il dono del futuro reciproco ora da genitori sono già il futuro dei loro figli. I figli abitano il presente nella misura in cui i coniugi attualizzano la loro promessa nuziale di fedeltà coniugale in modo quotidiano. Coppie in crisi suscitano nei figli la preoccupazione del futuro, anzi li costringono a preoccuparsi del legame coniugale per garantirsi il loro futuro.
Speranza famigliare = Progetto coniugale-genitoriale-famigliare
Il linguaggio nuziale-famigliare ha un chiaro accento futuristico. Tutta la vita famigliare è strutturata per il futuro, vale a dire per la realizzazione progressiva e graduale di tutti i suoi componenti con la collaborazione e il contributo di tutti i suoi componenti. Ogni componente della famiglia è segno e motivo di nuove possibilità di realizzazione per l'altro: i coniugi per i coniugi, i genitori per i figli, i figli per i genitori, i fratelli per i fratelli, i nonni per i nipotini, i nipotini per i nonni ecc.. Per natura sua la famiglia affida a ogni membro della famiglia il futuro, la realizzazione delle singole persone che fanno parte della famiglia. Questo dinamismo o linguaggio famigliare ha il diritto di trasformarsi in progetto e retorica coniugale, genitoriale e famigliare. Vera speranza coniugale e famigliare ha come obiettivo la realizzazione di tutti i membri della famiglia secondo le caratteristiche tipiche delle loro persone e i dinamismi tipici della famiglia.
Qualsiasi progettazione quotidiana, settimanale, mensile o annuale che tiene conto di questi aspetti è attuazione della speranza famigliare umana. Speranza famiglia presuppone perciò il confronto creativo, aperto e frequente dei due coniugi-genitori che si manifestano le loro reali aspettative di vita per se stessi, per la coppia e per la famiglia. La speranza coniugale-genitoriale-famigliare abbraccia tutto quanto è da realizzare in famiglia, anzi è il gusto gioioso di realizzare la famiglia come il valore più grande da realizzare. La magnanimità familiare sceglie le specifiche persone e relazioni che costituiscono la famiglia come il valore più bello da realizzare. Aristotele caratterizza "virtù" in modo lapidare "ciò che è bello fare".
Per poter essere promotore di speranza nella propria famiglia bisogna prima aver scelto sia come singolo sia come coppia la propria famiglia come oggetto della propria realizzazione gioiosa. In questa luce la famiglia è attuazione continua di speranza profonda e concreta, realizzazione autentica di umanità.
Attualità del pessimismo, figlio segreto della disperazione
Allo stesso momento emerge che il non volersi donare integralmente e per sempre e la bassa natalità in Italia sono frutti di mancata speranza. La mancanza di persone che si vogliono donare l'uno all'altro per sempre e la scarsità di bambini svela una civiltà che non crede nel suo futuro, in senso classico si chiama pusillanimità: la paura di realizzare cose grandi, che è una sotto specie di una delle due grandi nemiche della speranza: della disperazione. La disperazione è proprio caratterizzata dalla convenzione che la vita non è un progetto realizzabile o che io non ho le forze o i mezzi per poter realizzare una vita veramente felice.
La nostra società è molto discreta quando deve dare nomi ai propri vizi; preferisce parlare di pessimismo, insicurezza, precarietà per esprimere la sfiducia nella vita che in realtà è frutto della mancanza di speranza nella vita stessa, che in senso classico si chiama disperazione, di cui la soprannominata pusillanimità è un'espressione tipica: il non osare pensare la vita come valore grande da realizzare.
Tanti sono i motivi per questo atteggiamento diffuso. Il pessimismo per es. si basa su una erronea interpretazione del male. Il pessimista pensa che nella sua vita il male sia più grande del bene, che infonde il male avrà il sopravvento sul bene. Per questo motivo anche la sua vita non riuscirà. Faccia triste, mancanza di motivazione e di energia vitale, sovente lamentarsi sono le manifestazioni tipiche di questo errore di pensarsi.
Il pessimista dal punto di vista dello sviluppo della personalità ha adottato la visione della realtà tipica del bambino o dell'adolescenza che tutti e due tendono ad assolutizzare le esperienze negative nel momento in cui avvengono. L'adulto pessimista ha fatto di questa percezione negativa momentanea il suo stile di vita. Di fatto crede più alla sua esperienza giovanile del male e si rifiuta a guardare la vera natura del male che è sempre privazione di un bene e in quanto tale più piccolo del bene, anzi "bene- dipendente". La mela marcia prima è mela e poi può essere marcia. La rottura di un braccio presuppone la bontà del braccio.
Stress come presunzione
L'altro nemico classico della speranza, la presunzione, oggi si è diffuso soprattutto sotto il nome di stress. Nasce dalla falsa misura delle proprie capacità, frutto di una erronea percezione di sé, cioè il presuntuoso, lo stressato prescinde dal suo essere unità di anima e corpo e tende a pensarsi solo pensiero e sensazione e perciò: Voglio fare troppe cose in troppo poco tempo con troppo poche energie.
Potremmo dire che l'attuale sistema economico che dipende da un consumo economico che deve sempre crescere costringe a costruire una mentalità consumistica che comporta lo stress come stile di vita.
Credo che sia il pessimismo sia lo stress siano delle ingredienti centrali per la realizzazione degli obiettivi dell'attuale modello economico in atto nella maggior parte dei paesi europei (pur non essendo l'unico modello possibile!). Questo modello trascura solo un dettaglio particolare: Pessimismo e stress tolgono la motivazione e il tempo per poter dare vita a nuove persone con l'effetto della natalità zero e il suicidio demografico. La mancanza di speranza a questo livello comporta l'estinzione dei diversi popoli europei nei prossimi secoli. Pessimismo e stress tolgono la prospettiva vitale all'Europa.
La speranza come personalizzazione consapevole del futuro si è rivelato l'atteggiamento più corrispondente alla natura del tempo, alla condizione storica della persona umana, alla stessa struttura delle nozze e della famiglia. La speranza inoltre è indisppinsabile per la continuità di ogni popolo o civiltà. Guardare un bambino con intelligenza e amore significa pensare la speranza in questi termini. Guardare un bambino senza questa speranza è dirgli: "Non ti voglio".
Speranza come dono di Cristo
Fin qui ci siamo occupati della speranza come virtù umana, coniugale, famigliare e sociale. Sono modalità di speranze fondanti per la vita umana ma non sono le uniche. Nella celebrazione del battesimo ogni persona umana ha la possibilità di essere immersa nella stessa vita del Padre vicinissimo, del Figlio amabile e dello Spirito onnipresente. Grazie a quanto Gesù ha realizzato nella sua incarnazione, in croce e nella sua risurrezione l'umanità, ogni persona, se vuole, ora può diventare partecipe alla stessa vita divina che fa esistere ogni cosa e persona in questo momento. E' questa la vera grandezza del 2011 dopo Cristo, la massima qualità di vita di cui ogni persona umana, ogni coppia, ogni famiglia, ogni civiltà può godere: essere immersa nella vita di stessa dell'Ideatore, Realizzatore, Creatore, Continuatore, Promotore e Compimento di ogni essere umano e del cosmo intero. Per questo la Chiesa considera questi ultimi 2011 anni "pienezza del tempo", perché riempiti della stessa vita divina in carne ed ossa in Gesù e partecipabile da ogni essere umano nella sua Chiesa.
Il battesimo perciò ci immerge nella stessa Origine del tempo: l'eterna potente Trinità. Anzi nel battesimo il Cristo glorioso ci immerge nella vicinanza nella quale lui dona al tempo consistenza, forma ed essere. Rendendoci partecipi e familiari del suo modo di vedere, di amare e di plasmare il tempo, il passato, il presente e il suo futuro rende il battezzato esperto intelligente ed amante del tempo. Gesù mi affida il tempo e la gioia e commozione che lo prova di fronte al mistero tempo, sua amatissima invenzione. Allo stesso momento offre se stesso, offre lo spaziosissimo Padre e l'onnipresente Spirito come lo spazio in cui posso imparare a guardare a vivere il tempo come lo vivono loro Tre, grandi tifosi e intimi partecipi di ogni secondo, di ogni minuto, di ogni ora, di ogni giorno, delle settimane, mesi e anni e delle stagioni, dei periodi storici ecc.. In questo senso si scrive ogni anno sul cero pasquale Cristo principio e fine, Alfa ed Omega, di tutta la storia umana, sì onorando lui come principio e fine ma confessando anche che noi stessi siamo immersi nel suo essere principio e fine!
Iniziazione battesimale alla speranza
Gesù con l'immersione nella sua vita mi vuole inoltre comunicare il senso profondo del tempo in relazione alla creazione allo sviluppo di ogni persona, della coppia, della famiglia e della società e la Chiesa.
In che modo Gesù mi rende partecipe del suo modo di pensare i vivere il tempo? Sono due le grandi fonti: la Sacra Scrittura attuata nella vita della Chiesa e le scienze e arti umane attuate nelle civiltà umane. La prima fonte arriva direttamente da Gesù mediata attraverso la sua Parola, la liturgia e la tradizione ecclesiale, la seconda fonte è a immagine di Dio nella misura in cui scopre, rappresenta e realizza la verità della sua creazione attraverso le varie istituzioni delle civiltà.
Aprendo le pagine della Sacra Scrittura, con la consapevolezza che queste parole e gli eventi che raccontano sono più vicine a me di quanto non lo siano le parole e gli eventi della mia vita perché Parole e eventi di Dio, posso scoprire il rapporto del tutto particolare che Cristo ha con il futuro dell'umanità.
Tutta la Scrittura è pervasa e plasmata da promesse e realizzazioni di promesse da parte di Dio. Ma realizzazione delle promesse supera sempre infinitamente le stesse promesse. Questo dinamismo tra promesse e compimento straripante delle stesse promesse dà la forma alla stessa Scrittura e perciò a tutta la storia della salvezza. Il modo di vivere il tempo da parte della felice Trinità caratterizza lo stesso tempo , la stessa storia in Antica e Nuova Alleanza. Nell'antica Alleanza Dio abitua il suo popolo a sperare nella Nuova Alleanza, vale a dire a costruire attraverso le grandi profezie ed immagini dei profeti il loro futuro in Dio. Tutta l'Antica Alleanza è un'iniziazione profonda da parte di Dio alla speranza, a fidarsi del futuro, ad abitare il futuro. Le profezie di fatto rendono abitabile il futuro d'Israele. "Promessa divina" significa di fatto: "Io Dio ti garantisco che il tuo futuro è a tuo favore, realizzerà la tua vita la tua persona, la tua coppia, la tua famiglia, il tuo popolo."
Questa promessa trova la sua più piena attuazione storica in Gesù. Dio che assume la condizione temporale come suo modo personale di esistere fa vedere nella sua persona che ora il tempo, il futuro è divinamente abitale. Se Dio stesso sceglie il futuro come il suo modo di vivere dichiara nel modo più convincente possibile il futuro a misura d'uomo, attraente, affidabile e dimensione a favore della realizzazione umana.
Però il lavoro di Gesù sul tempo non si ferma nella manifestazione dell'abitabilità divina del tempo umano e della sua dimensione del futuro Gesù redime, guarisce il tempo, il passato, il presente e il futuro. Gesù in croce ricapitola tutti gli eventi e tutte le azioni umane che minacciano la realizzazione della persona umana in tutti i momenti della storia umana e le fa sue per sottrarle alle persone umane. Così opera una "preliberazione" del futuro da tutto quanto posa rendere il futuro dell'uomo, della coppia, della famiglia, delle civiltà e della Chiesa non abitabile, non personalizzabile.
Sigilla questa liberazione del futuro con la vittoria su colei che attualmente appare come meta del movimento del tempo come ultima parola del futuro:la morte. Gesù superando nella sua risurrezione la morte dà al tempo un nuova prospettiva di vita. Ora l'umanità si muove non più verso il suo annientamento ma verso l sua risurrezione. Ora i minuti, le ore grazie alla morte e risurrezione di Gesù ci sussurrano: "Ti portiamo verso la risurrezione."
In questo senso Gesù ha cambiato profondamente il dinamismo del tempo e la prospettiva del futuro, la prospettiva stessa della vita umana. Nella sua persona gloriosa orienta continuamente il corso degli eventi verso la gloria della risurrezione che implica la realizzazione più intima del cuore umano: vedere Dio così come è. In Gesù la visione di Dio è diventata il compimento della vita umana. Di fatto il Padre crea l'uomo per condurlo nel Figlio vicinissimo dal suo Spirito amantissimo alla visione del suo Volto. "Dunque come io so che c'è un Dio per mezzo dell'Antico Testamento, come so che c'è un Figlio per mezzo del Nuovo Testamento, so che c'è uno Spirito attraverso la Chiesa."(1)
Con il suo graduale rivelarsi la felice Trinità ritma la storia della salvezza e la rende sempre più simile a se stessa. Imprime al tempo la sua forma rendendolo amico dell'uomo. Tutto quanto il Padre e Gesù compiono nell'Antica e nella Nuova Alleanza viene affidato da loro allo Spirito Paraclito che nella Chiesa rende vivibile la loro vita mirabile e partecipabile il loro modo di vivere il tempo e il futuro.
Da battezzati immersi nella vita trinitaria ci è donato di partecipare al modo con il quale Gesù porta la storia umana dalla alla sua piena realizzazione. La vita della Chiesa perciò corrisponde profondamente alla tensione verso il futuro che caratterizza il tempo, ogni coppia umana, ogni famiglia e ogni civiltà. Nella Chiesa qualsiasi aspirazione di realizzazione futura in sintonia con la dignità dell persona umana riceve la certezza della sua realizzazione.
Anno liturgico come progetto di speranza per famiglia e umanità
L'anno liturgico fa sì che questa condizione battesimale diventi percezione battesimale di me stesso, della nostra copia, della nostra famiglia e delle civiltà rendendomi partecipe di tutti gli eventi e azioni della vita di Gesù che hanno indirizzato la storia umana verso il suo glorioso compimento. Il giorno dell'Epifania proprio questo percorso annuale viene annunciato:
Annuncio del giorno di Pasqua: 24 aprile Pasqua, 9 marzo quaresima, 5 giugno ascensione 14 giugno Pentecoste 27 nov avvento. Imparare ad amarsi, ad amare la propria famiglia in questa ottica del tempo immerso nella vita di Cristo aiuta a fare della speranza l'orientamento principale della propria vita, cosciente che prima di tutto Cristo abita il mio futuro e melo porge abitabile e personalizzabile.
Dio abita il mio futuro massimo della personalizzazione partecipazione al modo di Dio di desiderare il mio futuri: speranza cristiana
121 (120) Il custode di Israele
1) Canto delle ascensioni.
Alzo gli occhi verso i monti:
da dove mi verrà l'aiuto?
2) Il mio aiuto viene dal Signore,
che ha fatto cielo e terra.
3) Non lascerà vacillare il tuo piede,
non si addormenterà il tuo custode.
4) Non si addormenterà, non prenderà sonno,
il custode d'Israele.
5) Il Signore è il tuo custode,
il Signore è come ombra che ti copre,
e sta alla tua destra.
6) Di giorno non ti colpirà il sole,
né la luna di notte.
7) Il Signore ti proteggerà da ogni male,
egli proteggerà la tua vita.
8) Il Signore veglierà su di te, quando esci e <quando entri,
da ora e per sempre.
Per la riflessione:
Come penso il mio futuro? Il mio futuro mi attrae o mi respinge? Quanto tempo dedico alla progettazione del mio futuro? Che cosa è per me la speranza?
In che modo la famiglia mi aiuta ad amare il futuro? Quale sono le mie aspettative famigliari? Come mi immagino il futuro per la nostra società?
Come influisce la mia fede nel Risorto sulla mia concezione del futuro? Quale momento dell'anno liturgico mi predispone a una particolare apertura verso il mio futuro? Come penso che Dio si occupi del nostro futuro?
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