Conversazione 10/10/2009
10 ottobre 2009
La rivelazione – un mistero nuziale?
Dio parla
La famiglia è il luogo dove nasce la parola. Impariamo a parlare in famiglia. E’ uno dei doni più grandi che ci fanno i nostri genitori: il dono della nostra lingua. Le persone parlano inglese, italiano, cinese, tedesco, ecc. perché le famiglie trasmettono fedelmente da generazione in generazione l’immenso tesoro del linguaggio.
Attraverso la parola i nostri genitori ci permettono di sviluppare la nostra intelligenza, la nostra volontà e tutte le nostre capacità.
La parola è la condizione del poter pensare e volere liberamente, della scoperta della natura e del senso di ogni cosa.
La parola illumina nel senso più letterale la vita, vale a dire ci fa vedere il suo significato.
Senza la parla lo spirito umano rimarrebbe in potenza, non realizzato.
Senza parola non potrei realizzarmi.
Senza parola non ci sarebbe vita sociale e culturale. Guardando solo il l’azione genitoriale della trasmissione del linguaggio ai propri figli si può intuire e misurare il ruolo sociale, culturale e storico della famiglia. Nessuna istituzione sociale, politica, culturale, tecnica, scientifica o religiosa potrebbe esistere senza persone che parlano!
Considerando il potere immenso della parola umana possiamo volgere il nostro sguardo sulla domanda: ma Dio parla? E se Dio parlasse di che natura è la sua parola? L’esistenza della Bibbia, della Sacra Scrittura significa proprio questo: Dio parla. Dio si manifesta in tanti modi ma sceglie volutamente la stessa lingua umana per farsi conoscere. “Piacque a Dio nella sua bontà e sapienza rivelarsi in persona e manifestare il mistero della sua volontà … Con questa rivelazione infatti Dio invisibile nel suo grande amore parla agli uomini come ad amici e si intrattiene con essi, per invitarli e ammetterli alla comunione con sé.”
Dio si rivela attraverso parole umane concrete: sostantivi, verbi aggettivi, pronomi. La veridicità del suo parlare umano implica la scelta di una lingua, di una cultura, di un popolo attraverso i quali realizza il suo manifestarsi in parole. Infatti sceglie Israele.
Lo sceglie in un modo terribilmente concreto e rischia a confondersi con essa, a diventare troppo israelita, troppo giudeo, troppo galileo, troppo figlio di Giuseppe talmente si umanizza nel suo popolo. Inizia il suo parlare umano attraverso e ai patriarchi (Abramo, Isacco, Giacobbe ecc,) profeti (Mosè, Osea, Elia, Isaia, Geremia, …), re (Davide, Salomone, …) sapienti (sapienza, salmi, Kohelet) e nella pienezza dei tempi come già accennato, lui stesso con nome Gesù, poi trasmesso da apostoli e evangelisti. In un primo momento si tratta di parola parlata e in un secondo momento viene messa per iscritto sotto ispirazione divina. Perciò ora possediamo un testo, l’Antico e il Nuovo Testamento che possiamo venerare come parola di Dio in parole umane con tutte le caratteristiche della parola umana.
Conviene prima di tutto soffermarsi di fronte a questo evento immenso: Dio ha ispirato persone di un popolo specifico per mettere per iscritto quanto lui voleva comunicare della sua vita a noi. Questo suo rivelarsi storico culmina nel suo farsi uomo. “Dopo aver a più riprese e in più modi, parlato per mezzo dei profeti, Dio « alla fine, nei giorni nostri, ha parlato a noi per mezzo del Figlio » (Eb 1, 1-2). Dio in persona parla attraverso la bocca di Gesù.
Dio stesso impara la lingua umana di sua madre e del suo padre putativo, l’aramaico, l’ebraico e forse anche il greco. Si inserisce in quella lunga tradizione umana che attraverso il dono famigliare della lingua diventa capace di realizzare la propria vita. Quando Gesù parla a tavola, per strada, sui campi è sempre Dio stesso che sta parlando. Mentre conferisce a tutte le cose e persone il loro essere saluta la madre, spiega una parabola o fa domande.
Si tratta di eventi storici ben precisi con la loro collocazione geografica e temporale. I luoghi della rivelazione divina sono visitabili anche oggi! Almeno una volta nella vita ogni cristiano potrebbe per amore nuziale verso il nostro amato Dio visitare i luoghi nei quali si è fatto conoscere e che ha fatto diventare la sua patria in senso proprio del termine.
Purtroppo la tradizione cattolica non conosce il fascino e lo stupore di fronte a Dio che si rivela nella sua Parola. Si tratta di un problema secolare, di un problema pedagogico, cioè di un PROBLEMA PRETTAMENTE FAMILIARE.
Le famiglie cattoliche non trasmettono il gusto e il piacere di amare, di conoscere Dio nella sua parola, nella Bibbia. Perché per secoli i loro pastori li hanno insegnato di guardare la parola di Dio con sospetto per il rischio di una falsa interpretazione che potrebbe portare ad altre divisioni al modo di Lutero e dei riformatori.
Il Concilio Vaticano II ha superato questo condizionamento storico ed “esorta con ardore e insistenza tutti i fedeli … ad apprendere « la sublime scienza di Gesù Cristo » (Fil 3,8) con la frequente lettura. « L’ignoranza delle Scritture, infatti, è ignoranza di Cristo » (S. Girolamo). Si accostino essi volentieri al sacro testo, sia per mezzo della sacra liturgia, che è impregnata di parole divine, sia mediante la pia lettura …”
Si tratta perciò di sviluppare un’interpretazione della vita nuziale e familiare alla luce della Sacra Scrittura che permette ai coniugi di scoprire la profondità della loro vita coniugale nella sua concretezza quotidiana, di realizzarla in sintonia con la loro dignità rivelata e di impostare il loro progetto genitoriale in quest’ottica. Le pagine che seguono vogliono esser un contributo a questa rigenerazione nuziale e famigliare della vita della persona, della famiglia, della Chiesa e della società alla luce della Sacra Scrittura.
Come interpretare la Sacra Scrittura?
Cercheremo di interpretare la Sacra Scrittura in un duplice senso:
a)
in luce prettamente nuziale-familiare: Ci occuperemo solo dei testi che parlano della realtà coniugale e famigliare applicato in senso stretto alla coppia-famiglia e a Dio stesso. Istaureremo una dialettica reciprocamente illuminante tra il testo della Sacra Scrittura e il testo “coppia-famiglia”. Vedremo come si fecondano a vicenda. Come la famiglia illumina la Sacra Scrittura e come la Sacra Scrittura illumina la Famiglia. Tutto questo processo interpretativo sarà accompagnato da un’appliazione diretta alla vita ella coppia e della famiglia. Si tratta perciò di un’interpretazione nuziale-famiglia esistenziale della Sacra Scrittura.
Questo punto di vista nuziale-famigliare di interpretazione delle Scritture ha oggi un particolare tocco di attualità. La parificazione giuridica, ecclesiale, sociale, economica, psicologica dell’uomo e della donna nella coppia ha comportato la fine di modelli coniugali millenari con l’improvvisa centralizzazione della relazione coniugale a scapito dei ruoli tradizionali di maternità e paternità (matrimonio e patrimonio) che prevalevano sui ruoli coniugali.
Umanità e Chiesa si trovano perciò di fronte e a un immensa possibilità di miglioramento di qualità relazionale alla base della famiglia e della società: la centralizzazione della relazione coniugale implica l’amore come unico criterio di coesione coniugale.
Infatti circa 80.000 coppie si lasciano ogni anno perché non hanno più la gioia del loro amore. Di conseguenza riconoscono solo la gioia del loro amore come unico motivo per poter vivere insieme. Conviene perciò scrutare la rivelazione biblica per scoprire luce per questo nuovo progresso-emergenza della relazione coniugale che postula la necessità della gioiosa abitabilità dell’amore nuziale.
b)
in luce ecclesiale: guarderemo e contempleremo i testi rivelati non da estranei ma da persone immerse nella stessa vita divina rivelata dalle Scritture. In quanto battezzati siamo già completamente inseriti proprio in quella vita di cui ogni pagina della Scrittura parla.
E’ questo il grande dramma cattolico: siamo immersi nella vita immensa ed amabile del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo e non ci interessa conoscerla. Nelle nostre Chiese è presente 24 ore su 24 il glorioso Gesù, partecipiamo almeno una volta alla settimana alla sua passione morte e risurrezione, in quanto sposi lo stesso Risorto ci regala reciprocamente ogni giorno, collaborando con lui abbiamo contribuito alla creazione dei nostri figli ma chi è veramente ci lascia indifferenti.
Conoscere la Scrittura diventa così una questione della mia identità più propria e più profonda. In essa si svela chi mi sta abitando in tutto il mio corpo e in tutta la mia anima e mi fa esistere in questo momento. Colui che è più vicino a me di quanto io sono vicino a me stesso parla!
Questa sua vicinanza indistruttibile a me stesso che mi fa esistere implica che anche le sue parole mi sono più vicino a me stesso di quanto non lo siano le mie stesse parole. Vivendo nelle sue parole, abitando le parole divine, cogliendo il loro significato io sono più vicino a me stesso che non nelle mie stesse parole. Sono di fatto le parole che racchiudono e svelano il mistero della mia origine e della modalità della mia realizzazione integrale e definitiva.
Il ruolo della “nuzialità” nella Sacra Scrittura
Il tema nuziale si tende come un arco su tutta la Scrittura. Potremo chiamarlo il ritmo che pervade, plasma tutta la rivelazione dal primo capitolo della Genesi all’ultimo capitolo dell’Apocalisse:
“26) E Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra».
27) Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò.
28) Dio li benedisse e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra;
soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra».”
Per creare l’uomo a sua immagine Dio sceglie la modalità nuziale “maschio e femmina”. Genesi 2 specifica che “per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne.
25) Ora tutti e due erano nudi, l'uomo e sua moglie, ma non ne provavano vergogna.” In principio Dio si fa rappresentare dalla coppia nella sua parità: «Questa volta essa è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa.” Al centro del cosmo perciò sta la coppia umana che in quanto immagine di Dio ha nelle sue mani il corso della storia e il governo delle tre dimensioni dell’universo.
Per questo Genesi centralizza al massimo il ruolo della coppia affidando a lei la sorte dell’umanità e del mondo, ma ancora di più in quanto riconosce ad essa l’essere immagine di Dio. La coppia è perciò sia il protagonista principale della storia umana sia il luogo originale della rivelazione di Dio. Dio è come la coppia. Solo la rivelazione in Gesù farà capire fino a che punto la coppia manifesta la nuzialità di Dio stesso, il suo abitarsi reciproco per amore in quanto Padre, Figlio e Spirito Santo, Ognuno totalmente nell’Altro.
La Scrittura si apre in modo nuziale e si chiude in modo nuziale:
“1) Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il cielo e la terra di prima erano scomparsi e il mare non c'era più.
2) Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo.
3) Udii allora una voce potente che usciva dal trono: « Ecco la dimora di Dio con gli uomini! Egli dimorerà tra di loro ed essi saranno suo popolo ed egli sarà il "Dio-con-loro".
4) E tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate».
5) E Colui che sedeva sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose»;
Per questa visione paradossale della città-sposa Giovanni concluderà il suo libro con queste parole di natura prettamente sponsale:
“16 Io, Gesù, ho mandato il mio angelo, per testimoniare a voi queste cose riguardo alle Chiese. Io sono la radice della stirpe di Davide, la stella radiosa del mattino».
17 Lo Spirito e la sposa dicono: «Vieni!». E chi ascolta ripeta: «Vieni!». Chi ha sete venga; chi vuole attinga gratuitamente l'acqua della vita. …
20 Colui che attesta queste cose dice: «Sì, verrò presto!». Amen. Vieni, Signore Gesù.”
La Scrittura non si chiude. La Scrittura rimane aperta attraverso il desiderio nuziale della sposa-chiesa che vive nell’attesa delle nozze definitive con Gesù. Lo Spirito nel quale è immersa la Chiesa è nuziale ed imprime il suo desiderio nuziale alla Chiesa. Così il ritmo nuziale che pervade la Scrittura passa nella stessa Chiesa.
La visione della città-sposa manifesta inoltre la condizione definitiva dell’umanità: sarà sponsale! La relazione nuziale porta in sé quelle caratteristiche che saranno tipiche per la relazione tra Dio e l’umanità e tra gli stessi uomini nella condizione definitiva della vita umana redenta da Cristo, della Gerusalemme celeste.
Ne segue che la vita sponsale già ora è la condizione di vita che anticipa la vita futura e forma insieme alla vita consacrata sotto modalità diversa la manifestazione più autentica della felicità definitiva dell’umanità diventando così norma per il modo con il quale l’umanità dovrebbe muoversi verso il suo realizzarsi definitivo.
Fa impressione con quale coerenza il libro della Genesi presenta la coppia famiglia come soggetto principale della rivelazione, del suo sviluppo e del progresso della storia di salvezza. Adamo ed Eva, Noé, Abramo, Isacco, Giacobbe e Giuseppe con le loro rispettive famiglie sono i protagonisti assoluti dell’alleanza di Dio e su di esse e con esse Dio fonda il suo popolo.
I profeti conferiscono alla metafora nuziale un ruolo centrale per poter mettere davanti agli occhi del popolo di Dio la qualità ed esclusività dell’alleanza che lega Dio al suo popolo e che il suo popolo lega a Dio. I testi profetici possono essere di una concretezza nuziale sorprendente:
4) Accusate vostra madre, accusatela, perché essa non è più mia moglie e io non sono più suo marito! Si tolga dalla faccia i segni delle sue <prostituzioni e i segni del suo adulterio dal suo petto;
5) altrimenti la spoglierò tutta nuda e la renderò come quando nacque e la ridurrò a un deserto, come una terra arida, e la farò morire di sete.”
Oppure in positivo e modo festoso:
4) Nessuno ti chiamerà più Abbandonata, né la tua terra sarà più detta Devastata, ma tu sarai chiamata Mio compiacimento e la tua terra, Sposata, perché il Signore si compiacerà di te e la tua terra avrà uno sposo.
5) Sì, come un giovane sposa una vergine, così ti sposerà il tuo architetto; come gioisce lo sposo per la sposa, così il tuo Dio gioirà per te.”
Una delle più appassionate e ricche espressioni e dichiarazioni nuziali troviamo in Ezechiele: “6 Passai vicino a te e ti vidi mentre ti dibattevi nel sangue e ti dissi: Vivi nel tuo sangue 7 e cresci come l'erba del campo. Crescesti e ti facesti grande e giungesti al fiore della giovinezza: il tuo petto divenne fiorente ed eri giunta ormai alla pubertà; ma eri nuda e scoperta.
8 Passai vicino a te e ti vidi; ecco, la tua età era l'età dell'amore; io stesi il lembo del mio mantello su di te e coprii la tua nudità; giurai alleanza con te, dice il Signore Dio, e divenisti mia. 9 Ti lavai con acqua, ti ripulii del sangue e ti unsi con olio; 10 ti vestii di ricami, ti calzai di pelle di tasso, ti cinsi il capo di bisso e ti ricoprii di seta; 11 ti adornai di gioielli: ti misi braccialetti ai polsi e una collana al collo: 12 misi al tuo naso un anello, orecchini agli orecchi e una splendida corona sul tuo capo. 13 Così fosti adorna d'oro e d'argento; le tue vesti eran di bisso, di seta e ricami; fior di farina e miele e olio furono il tuo cibo; diventasti sempre più bella e giungesti fino ad esser regina. 14 La tua fama si diffuse fra le genti per la tua bellezza, che era perfetta, per la gloria che io avevo posta in te, parola del Signore Dio.”
Gesù si inserisce in questa interpretazione nuziale dell’alleanza:
14 Allora gli si accostarono i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché, mentre noi e i farisei digiuniamo, i tuoi discepoli non digiunano?». 15 E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto mentre lo sposo è con loro? Verranno però i giorni quando lo sposo sarà loro tolto e allora digiuneranno.” A san Paolo viene trasmessa questa autoconsapevolezza nuziale di Gesù e perciò è in grado di affermare che anche la Chiesa è profondamente sponsale: “29 Nessuno mai infatti ha preso in odio la propria carne; al contrario la nutre e la cura, come fa Cristo con la Chiesa, 30 poiché siamo membra del suo corpo. 31 Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e i due formeranno una carne sola. 32 Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa! 33 Quindi anche voi, ciascuno da parte sua, ami la propria moglie come se stesso, e la donna sia rispettosa verso il marito.”
Bastano questi pochi accenni per poter intuire la centralità della relazione coniugale all’interno del mistero della rivelazione di Dio nell’antica e nella nuova alleanza. Le nozze ci dicono le profondità della vita di Dio e Dio ci rivela la bellezza e grandezza della vita nuziale. E come la relazione tra Dio e l’umanità, tra Cristo e la Chiesa è prettamente nuziale così lo stesso rivelarsi di Dio nella sua Parola è un azione autenticamente sponsale.
Per la riflessione:
Che valore ha la Sacra Scrittura per la mia vita quotidiana? Percepisco la lettura e meditazione della Parola di Dio come un arricchimento della mia giornata?
Quali sono i testi sponsali che ricordo nella Sacra Scrittura?
Quali caratteristiche delle nozze rivelate dalla Bibbia mi sono più care?