Conversazione 12/04/2014 - cpfconsultoriosassari.it

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Conversazione 12/04/2014

Conversazioni 2013/2014

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12 aprile  2014

LA CHIESA - CASA NOSTRA “LUMEN GENTIUM” COME TESTO POLITICO?
“Famiglie religiose e famiglie cristiane: quale collaborazione?"
(LG 6)


I consacrati in quanto completamente donati al mistero della Chiesa in Gesù dovrebbero essere profondamente permeati , illuminati e rallegrati della visione della Chiesa e del mondo che il Concilio Vaticano II presenta e elabora. Le costituzioni dei vari istituti sono stati aggiornati alla visione conciliare ma molti consacrati non untrono la loro consapevolezza religiosa con la meditazione e assimiliazione dei testi conciliari.
Perciò in molte comunità religiose il Concilio Vaticano II è ancora alle porte. Molte comunità  religiose non si percepiscono ancora “come una vera famiglia unita nel nome del Signore della gode della sua presenza perché l’amore di Dio è diffuso nei loro cuori grazie allo Spirito Santo” (cfr. Mt 18,20) (Caritate enim Dei in cordibus per Spiritum Sanctum diffusa, communitas ut vera familia, in nomine Domini congregata, Eius praesentia gaudet).”. (Perfectae caritatis  15).
Le parole “famiglia vera” e “ amore” indicano un legame stretto con la realtà della famiglia e la sua caratteristica fondante e perciò principale: l’amore. Forse un maggiore avvicinamento tra vita consacrata e famiglie potrebbe dare un contributo non trascurabile alla costruzione “politica” della vita comunitaria sia consacrata sia familiare.
L’introduzione delle caratteristiche dell’amore come stile di relazione come sperimentato nella sua attuazione famigliare potrebbero giovare ai consacrati e così il loro stile di vita orientato verso la lode di Dio aiutare le famiglie a ritrovarsi in colui che la fa esistere ogni giorno.

I consacrati fuori dal mondo?

Molte persone fuori e dentro la Chiesa considerano i consacrati persone perse per la vita del mondo. Si rinchiudono in convento e lì ci rimangono senza nessun contatto con la vita della società e degli uomini.
Il Concilio in quanto concilio “pastorale” si sforza i portare in sé come la società vede la vita consacrata perciò risponde a questa percezione diffusa:
“Né pensi alcuno che i religiosi con la loro consacrazione diventino estranei agli uomini o inutili nella città terrestre. Poiché, se anche talora non sono direttamente presenti a fianco dei loro contemporanei, li tengono tuttavia presenti in modo più profondo con la tenerezza di Cristo, e con essi collaborano spiritualmente, affinché la edificazione della città terrena sia sempre fondata nel Signore, e a lui diretta, né avvenga che lavorino invano quelli che la stanno edificando.” (LG 46)
Il Concilio descrive la vicinanza dei consacrati al mondo, ai loro contemporanei” in un modo specifico: “li tengono tuttavia presenti in modo più profondo con la tenerezza di Cristo, e con essi collaborano spiritualmente.”
La relazione con il mondo contemporaneo è più profondo grazie ai consigli evangelici perché il consacrato attraverso di essi è più profondamente immerso nella tenerezza di Cristo verso ogni persona. Il consacrato è più tenero grazie ai consigli evangelici.
E’ più tenero a patto che nutre la sua percezione di sé con la tenerezza che Gesù prova per lui per la nostra società attuale.
Ognuno conosce religiosi acidi e scorbutici. La tenerezza della vita consacrata non è un effetto automatico dei consigli evangelici ma frutto di educazione quotidiana per la quale la vita religiosa è in grado di mettere a disposizione lo spazio, i luoghi, il tempo e le modalità di vita necessarie.
Il motivo profondo della particolare partecipazione alla tenerezza di Gesù per ogni creatura a parte dei consacrati il Concilio lo spiega in questi termini :
Già col battesimo è morto al peccato e consacrato a Dio; ma per poter raccogliere in più grande abbondanza i frutti della grazia battesimale, con la professione dei consigli evangelici nella Chiesa intende liberarsi dagli impedimenti che potrebbero distoglierlo dal fervore della carità e dalla perfezione del culto divino, e si consacra più intimamente al servizio di Dio.” (LG 44)
La vita consacrata permette “di poter raccogliere in più grande abbondanza i frutti della grazia battesimale,” vale a dire di essere più consapevolmente immerso nella vita, persona, gioia, onnipresenza e tenerezza dell’Eterno Padre, del Figlio Gesù risorto e crocifisso e dello Spirito Santo infinito Amore.
Di fatto tutto nella vita consacrata è orientato verso la realizzazione della condizione battesimale: gli orari di preghiera che solennizzano e orientano il ritmo delle giornate, delle settimane radicandole sempre di più nell’anno liturgico, cioè nella vita di Gesù risorto, la struttura architettonica dei conventi e monasteri tutta centrata intorno alla Chiesa intesa come luogo nel quale abita il Risorto sotto l’aspetto del pane (e del vino!), lo stile di vita comunitaria che si basa unicamente sull’appartenenza reciproca in Cristo al di là di ogni simpatia o antipatia personali, l’apostolato che immette i consacrati nella vicinanza che Gesù ha a ogni persona, istituzione ecclesiale e civile.

La consacrazione religiosa frena lo sviluppo della persona?

Non pochi accusano la vita consacrata essere una vita contro natura perché esclude l’attuazione la vita coniugale e familiare, è contro la libera autodeterminazione della persona umana e priva l’essere umano della proprietà, altro fondamentale elemento della realizzazione di se stessi. Il Concilio risponde con queste parole:
“Tutti infine abbiano ben chiaro che la professione dei consigli evangelici, quantunque comporti la rinunzia di beni certamente molto apprezzabili, non si oppone al vero progresso della persona umana, ma al contrario per sua natura le è di grandissimo profitto.
Infatti i consigli, volontariamente abbracciati secondo la personale vocazione di ognuno, contribuiscono considerevolmente alla purificazione del cuore e alla libertà spirituale, stimolano in permanenza il fervore della carità e soprattutto come è comprovato dall’esempio di tanti santi fondatori, sono capaci di assicurare al cristiano una conformità più grande col genere di vita verginale e povera che Cristo Signore si scelse per sé e che la vergine Madre sua abbracciò.” (LG 46)
Il Concilio presuppone che lo stesso Signore che crea la persona umana con la collaborazione dei suoi genitori chiama nella vita consacrata “secondo la personale vocazione”. Questa premessa fondamentale è corroborata dallo stesso stile di vita che colui che crea e chiama ha assunto quando lui stesso si è fatto uomo.
Gesù è vissuto in modo celibe, povero e obbediente. In questo senso implica una partecipazione battesimale particolare alla stessa vita del mio creatore che può fare molto il “progresso della mia persona” in quanto a contatto più continuo e stabile con chi della mia vita è continua fonte e promotore.

Lo specifico della vita consacrata

Da quanto detto nel paragrafo precedente emerge lo specifico della vita consacrata:
I religiosi pongano ogni cura, affinché per loro mezzo la Chiesa abbia ogni giorno meglio da presentare Cristo ai fedeli e agli infedeli:

  • sia nella sua contemplazione sul monte,

  • sia nel suo annuncio del regno di Dio alle turbe,

  • sia quando risana i malati e gli infermi e converte a miglior vita i peccatori,

  • sia quando benedice i fanciulli e fa del bene a tutti,

  • sempre obbediente alla volontà del Padre che lo ha mandato.” (LG 46)

La missione e vocazione di ogni consacrato è “presentare ai fedeli e agli infedeli” Gesù. Ogni ordine, ogni istituto di vita consacrata di fatto rappresenta in modo particolare un aspetto della vita di Gesù.
I gesuiti la sua obbedienza e mobilità, i benedettini la sua preghiera e contemplazione, i francescani la sua povertà e fraternità. I domenicani la sua predicazione, i salesiani il suo amore verso i giovani e la loro educazione, i fatebenefratelli il suo amore verso i malati, i vincenziani verso i poveri, ecc..
Attuando in modo particolare questi aspetti di Gesù i consacrati realizzano delle luci particolari su aspetti fondamentali della vita cristiana:
Perciò la professione dei consigli evangelici appare come un segno, il quale può e deve attirare efficacemente tutti i membri della Chiesa a compiere con slancio i doveri della vocazione cristiana.
Poiché infatti il popolo di Dio non ha qui città permanente, ma va in cerca della futura, lo stato religioso, il quale rende più liberi i suoi seguaci dalle cure terrene, meglio anche manifesta a tutti i credenti i beni celesti già presenti in questo tempo, meglio testimonia l’esistenza di una vita nuova ed eterna, acquistata dalla redenzione di Cristo, e meglio preannunzia la futura resurrezione e la gloria del regno celeste
.” (LG 44)
I consacrati avrebbero come compito di suscitare in ogni cristiano “uno slancio” particolare nell’immersione battesimale, suscitare un maggiore gusto per la vita divina; che implica una maggiore qualità di vita nel presente e una più certa consapevolezza della propria vita gloriosa. I consacrati dovrebbero essere i catalizzatori della vita battesimale nella Chiesa e nel mondo.
Di conseguenza potrebbero essere una pubblicità particolare per Gesù e la sua Chiesa:
“Parimenti, lo stato religioso imita più fedelmente e rappresenta continuamente nella Chiesa la forma di vita che il Figlio di Dio abbracciò venendo nel mondo per fare la volontà del Padre e che propose ai discepoli che lo seguivano.
Infine, in modo speciale manifesta l’elevazione del regno di Dio sopra tutte le cose terrestri e le sue esigenze supreme; dimostra pure a tutti gli uomini la preminente grandezza della potenza di Cristo-Re e la infinita potenza dello Spirito Santo, mirabilmente operante nella Chiesa.” (LG 44)

Collaborazione con le Chiese domestiche:

Vita consacrata e vita familiare sono intimamente connesse: sono due stili di vita familiare:
“Infatti con l’amore di Dio diffuso nei cuori per mezzo dello Spirito Santo (cfr. Rm 5,5), la comunità come una famiglia unita nel nome del Signore gode della sua presenza (cfr. Mt 18,20) (Caritate enim Dei in cordibus per Spiritum Sanctum diffusa, communitas ut vera familia, in nomine Domini congregata, Eius praesentia gaudet).. La carità è poi il compimento della legge (cfr. Rm 13,10) e vincolo di perfezione (cfr. Col 3,14), e per mezzo di essa noi sappiamo di essere passati dalla morte alla vita (cfr. 1 Gv 3,14). Anzi l’unità dei fratelli manifesta l’avvento di Cristo (cfr. Gv 13,35; 17,21), e da essa promana grande energia per l’apostolato.” (PC 15)
Anzi il Concilio affida a famiglia e vita consacrata due compiti molto simili:
La consacrazione poi sarà più perfetta, in quanto legami più solidi e stabili riproducono di più l’immagine del Cristo unito alla Chiesa sua sposa da un legame indissolubile.” (LG 44)
E infine i coniugi cristiani, in virtù del sacramento del matrimonio, col quale significano e partecipano il mistero di unità e di fecondo amore che intercorre tra Cristo e la Chiesa (cfr. Ef 5,32), si aiutano a vicenda per raggiungere la santità nella vita coniugale;” (LG 11)
Sia consacrati sia coniugi sono chiamati a rappresentare nei loro ruoli, azioni, parole, gesti e progetti di rendere visibili l’amore che unisce la Chiesa e Gesù.
Buon lavoro e buona collaborazione (con lavoro)!!!!

Per la riflessione:

  • Quale è la mia esperienza con la vita consacrata in positivo e in negativo?

  • In che modo la nostra vita famigliare può essere arricchita dalla vita consacrata e viceversa?

  • Come contribuisce la vita consacrata a rendere la Chiesa più o meno attraente?


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