Conversazione 12/12/2009
12 dicembre 2009
Genesi: le coppie-famiglie protagoniste della storia della salvezza
Le prime implicazioni della caduta coniugale originale
"(1)Adamo si unì a Eva sua moglie, la quale concepì e partorì Caino e disse: "Ho acquistato un uomo dal Signore".
(2)Poi partorì ancora suo fratello Abele. Ora Abele era pastore di greggi e Caino lavoratore del suolo.
(3)Dopo un certo tempo, Caino offrì frutti del suolo in sacrificio al Signore;
(4)anche Abele offrì primogeniti del suo gregge e il loro grasso. Il Signore gradì Abele e la sua offerta,
(5)ma non gradì Caino e la sua offerta. Caino ne fu molto irritato e il suo volto era abbattuto.
(6)Il Signore disse allora a Caino: "Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto?
(7)Se agisci bene, non dovrai forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, ma tu dòminalo".
(8)Caino disse al fratello Abele: "Andiamo in campagna!". Mentre erano in campagna, Caino alzò la mano contro il fratello Abele e lo uccise.
(9)Allora il Signore disse a Caino: "Dov'è Abele, tuo fratello?". Egli rispose: "Non lo so. Sono forse il guardiano di mio fratello?".
(10)Riprese: "Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo!
(11)Ora sii maledetto lungi da quel suolo che per opera della tua mano ha bevuto il sangue di tuo fratello.
(12)Quando lavorerai il suolo, esso non ti darà più i suoi prodotti: ramingo e fuggiasco sarai sulla terra".
(13)Disse Caino al Signore: "Troppo grande è la mia colpa per ottenere perdono?
(14)Ecco, tu mi scacci oggi da questo suolo e io mi dovrò nascondere lontano da te; io sarò ramingo e fuggiasco sulla terra e chiunque mi incontrerà mi potrà uccidere".
(15)Ma il Signore gli disse: "Però chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte!". Il Signore impose a Caino un segno, perché non lo colpisse chiunque l'avesse incontrato.
(16)Caino si allontanò dal Signore e abitò nel paese di Nod, ad oriente di Eden."(36)
"Ho acquistato un uomo da Dio." Eva concepisce nella consapevolezza che la vita del loro figlio è dono di Dio. Anche dopo la caduta originale la coppia per la prima volta attua il suo ufficio originale di "fare l'uomo a immagine di Dio". Ma insieme a questa dignità immensa comincia a trasmettere qualcosa che non è in sintonia con il suo essere a immagine di Dio.
Perché Caino uccide Abele? La coppia chiamata ad essere esclusivamente origine di vita si scopre origine di morte. L'autore sacro fa intravedere l'origine di questa follia che d'ora in poi accompagnerà e devierà l'umanità per tutta la sua storia: "(6)Il Signore disse allora a Caino: "Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto? (7)Se agisci bene, non dovrai forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, ma tu dòminalo".(37)
Il Signore si rivela vicinissimo a Caino proprio nel momento della sua confusione, della sua tentazione. Gli legge sul volto la sua anima e gliela dice per dargli la possibilità di decifrare e di verbalizzare il suo stato d'animo che lo attanaglia in modo da ritrovarsi in esso. Rendere la sua confusione interiore intelligibile è il dono più grande che Dio può offrire a Caino in questo momento di smarrimento. Capirsi, capire i propri sentimenti significa ritrovarsi, riconoscersi abitabile anche nella tempesta dell'invidia e della gelosia.
E Dio aggiunge due consigli che lo rivelano esperto in umanità sia di quella originale sia di quella caduta. E' più intimo a Caino di quanto Caino è vicino a se stesso: "Se agisci bene, non dovrai forse tenerlo (il volto) alto?" Dio cerca di saldare la fedeltà di Caino alla sua azione. Dio invita Caino ad abitare la sua azione. Ma Caino imita i suoi genitori nel tradimento di se stessi e desidera azioni nelle quali si tradisce prescindendo dal suo essere a immagine di Dio. Come Adamo ed Eva Caino dimentica che si tratta di imitare Dio anche nel settimo giorno nel riposo gioioso nelle sue opere. Caino non benedice la sua azione ma continua sulla linea dei genitori nel volersi sostituire all'altro, al fratello come loro volevano sostituirsi a Dio.
Dio vede la fatica di Caino nell'abitarsi e perciò gli dà un secondo preziosissimo consiglio: "Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, ma tu dòminalo." Quasi un ultimo freno. Se già hai traslocato nell'azione del peccato a livello del desiderio, della memoria e della fantasia, cioè "è accovacciato alla tua porta" ti resta un ultima possibilità: "Dominalo!" Dio rivela a Caino che ha potere sul peccato nel momento in cui Caino si scopre e si sente dominato dal peccato. La sua volontà sarebbe un'energia più potente dell'attrazione del peccato che si attua però solo … liberamente.
Il successo dei consigli divini lascia a desiderare. Dio si offende, si ritira in una presunta trascendenza lontana dall'uomo dopo che l'uomo lo ha ignorato e offeso? La trascendenza di Dio è per sua natura vicinanza infinita all'uomo. Perciò tratterà l'assassino del fratello nel modo seguente: "Il Signore impose a Caino un segno, perché non lo colpisse chiunque l'avesse incontrato." Anche l'assassino rimane il protetto del Signore.
La famiglia: origine dei mali sociali
Il racconto di Caino e Abele svela il dramma famigliare che segna tutte le civiltà. Da ogni famiglia possono uscire santi e assassini secondo come i figli reagiscono o imitano lo stile di vita dei propri genitori. Ogni persona è libera ma realizza la sua libertà in relazione a come ha sperimentato o non ha sperimentato la vita nella propria famiglia d'origine, vale a dire secondo la rappresentazione e l'interpretazione che la coppia genitoriale da della loro vita.
Dio attua l'essere a sua immagine nella coppia in relazione ai propri figli in un modo estremo: li pone tra il figlio e la sua stessa vita. I genitori sono collocati più vicini alla vita dei loro figli di quanto loro siano vicini a se stessi, a imitazione della vicinanza che Dio ha a ogni essere umano. E' da questa vicinanza vertiginosa agiscono in modo profondo sulla costruzione della relazione che il figlio ha con se stesso, con tutta la sua vita e persona!
Adamo ed Eva non sono riusciti a interpretare il disagio di Caino per il ruolo del secondogenito. E' cresciuto nella gelosia per il fratellino più piccolo come avviene in tante famiglie e come può avvenire l'esatto contrario che il secondogenito sia geloso del primogenito. Per Caino il sentirsi il secondo implica a livello della relazione con se stesso l'insoddisfazione di essere se stesso e la fatica di identificarsi con le proprie azioni come modalità della realizzazione di se stesso. In lui predomina l'immagine dell'eccellenza di suo fratello sull'immagine che ha di se stesso. E non è difficile immaginarsi come i suoi genitori abbiano contributo a questa percezione trascurando lui dopo la nascita di Abele o che Caino l'abbia solamente percepito così. L'assassino di Abele ha una storia famigliare alle spalle. E' nel contesto delle relazioni famigliari che Caino sviluppa la sua indole di assassino.
Tutti i mali della società, frutti di decisioni personali, hanno una storia famigliare. Il sistema di corruzione che caratterizza molte istituzioni si basa su persone che nella relazione con se stessi non sono in sintonia, non hanno imparato ad abitare la propria persona, le proprie azioni e relazioni. Inseguono a imitazione di Caino un modello di vita a loro estraneo che sono disposti o desiderosi di realizzare a costo di azioni che tradiscono la propria dignità e danneggiano altre persone. L'illegalità ne è il frutto.
Il ladro, lo stupratore, il violento, l'imbroglione, il corrotto, il carrierista, il prepotente ecc. sono tutte persone che sono rimasti a metà del loro sviluppo della loro personalità. Non sono riusciti a cogliere la propria preziosità e conseguente abitabilità grazie alla mediazione genitoriale. Non hanno colto una centrale caratteristica del loro essere a immagine di Dio: l'abitabilità straordinaria della loro persona, del loro corpo, della loro vita, delle loro azioni e delle loro relazioni. Dio Trinità abita se stessa in modo infinitamente felice. La sua abitabilità reciproca è il suo segreto più intimo, il suo essere Trinità, perciò è anche il segreto più intimo di ogni uomo.
Ma chi non abita se stesso, si è fedele a ogni costa, è sempre a rischio di tradirsi trasferendosi prima mentalmente in altri modelli di vita. Ogni atto criminale nasce da un'assolutizzazione di un modello di vita diversa dal mio reale che ha alla radice il disprezzo della mia vita reale.
Dal punto di vista dello sviluppo si tratta di persone che hanno scelto atteggiamenti infantili o adolescenziali come stile di vita. Caino potrebbe aver assolutizzato il suo considerarsi trascurato da bambino dopo la nascita di Abele e imposta tutta la sua vita su questa percezione infantile fino a dover eliminare chi gliela ha provocata. Non è riuscito a leggere il testo dell'amore genitoriale che per sua natura sarebbe in grado di svelargli e fargli sperimentare la preziosità della sua persona e della sua vita. Oppure Adamo e Eva hanno litigato troppo spesso sul fatto che si sono giocati il paradiso e perciò hanno offuscato il testo nuziale-genitoriale al punto da renderlo illeggibile per Caino. Comunque sia andata sempre di relazioni famigliari si trattava.
La stessa criminalità organizzata, le società segrete o le sette religiose si basano su questa assolutizzazione di esperienze infantili o adolescenziali che prescindono dal valore oggettivo della persona e dalla felicità conseguente di essere me stesso. Ho bisogno di relazioni speciali, di poteri particolari e di ricchezze grandi per poter stare con me. Anche nella stessa Chiesa spesso predomina una percezione del gruppo "dei nostri" all'interno di parrocchie, diocesi, movimenti e istituti di vita consacrata che prescindono dalla comune immersione battesimale e si costituiscono secondo interessi di poteri, di simpatia, di ideologia, di appartenenze geografiche ecc..
Noé e la nuova alleanza
La storia di Dio con la sua umanità segnala un momento in cui il movimento umano del male che sprigiona la coppia-famiglia ha preso il sopravvento sul suo ufficio originale di essere a immagine di Dio. "(5)Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni disegno concepito dal loro cuore non era altro che male. (6)E il Signore si pentì di aver fatto l'uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo. (7)Il Signore disse: "Sterminerò dalla terra l'uomo che ho creato: con l'uomo anche il bestiame e i rettili e gli uccelli del cielo, perché sono pentito d'averli fatti". (8)Ma Noè trovò grazia agli occhi del Signore."(38)
Dio è come nauseato dalla violenza umana in così forte contrasto con il suo proprio essere ma allo stesso momento è incantato di fronte allo stile di vita di Noè e sviluppa nei suoi confronti la sua premura tipica. Come si è preoccupato di vestire la coppia originale dopo la sua caduta come era vicino a Caino nella sua tentazione e come l'ha protetto dopo la sua caduta ora spiega a Noè nei minimi dettagli come deve essere costruito la sua arca di salvezza:
"(13)Allora Dio disse a Noè: "E` venuta per me la fine di ogni uomo, perché la terra, per causa loro, è piena di violenza; ecco, io li distruggerò insieme con la terra. (14)Fatti un'arca di legno di cipresso; dividerai l'arca in scompartimenti e la spalmerai di bitume dentro e fuori. (15)Ecco come devi farla: l'arca avrà trecento cubiti di lunghezza, cinquanta di larghezza e trenta di altezza. (16)Farai nell'arca un tetto e a un cubito più sopra la terminerai; da un lato metterai la porta dell'arca. La farai a piani: inferiore, medio e superiore."(39)
Dio si preoccupa della realizzazione dell'arca nei minimi dettagli come si preoccupa nei minimi dettagli della realizzazione della persona umana. E anche in questa situazione disperata in cui lui viene respinto dalla sua stessa immagine, l'essere umana escogita un piano di salvezza-salvataggio in coerenza con il suo progetto iniziale: Dio non molla la coppia-famiglia. Anzi proprio adesso insiste ancora maggiormente sulla centralità della coppia estendendola a tutti gli animali quasi facendo del "due a due", della nuzialità cosmica, la condizione di fondo della vita nell'arca e perciò dell'alleanza nuova che istaura con il genere umano e con tutta la sua creazione.
"(17)Ecco io manderò il diluvio, cioè le acque, sulla terra, per distruggere sotto il cielo ogni carne, in cui è alito di vita; quanto è sulla terra perirà. (18)Ma con te io stabilisco la mia alleanza. Entrerai nell'arca tu e con te i tuoi figli, tua moglie e le mogli dei tuoi figli. (19)Di quanto vive, di ogni carne, introdurrai nell'arca due di ogni specie, per conservarli in vita con te: siano maschio e femmina. (20)Degli uccelli secondo la loro specie, del bestiame secondo la propria specie e di tutti i rettili della terra secondo la loro specie, due d'ognuna verranno con te, per essere conservati in vita. (21)Quanto a te, prenditi ogni sorta di cibo da mangiare e raccoglilo presso di te: sarà di nutrimento per te e per loro". (22)Noè eseguì tutto; come Dio gli aveva comandato, così egli fece."(40)
Anche la partenza dell'arca si conclude con uno di questi delicatissimi tratti del tipico modo di rappresentare del testo della Genesi: Dio il portinaio dell'arca di Noé: "(16)Quelli che venivano, maschio e femmina d'ogni carne, entrarono come gli aveva comandato Dio: il Signore chiuse la porta dietro di lui."(41)
Dio nella sua premura per i dettagli si rivela sempre più madre e padre, origine e pienezza di ogni nuzialità, maternità e paternità. Il testo sacro afferma il suo agire nuziale attraverso queste descrizioni dettagliate che rivelano il suo preoccuparsi viscerale per l'umanità in forte contrasto con la crescente violenza e il radicale allontanarsi dell'umanità dal suo essere a immagine di Dio. Non si "vestono" reciprocamente, non si "chiudono la porta", non si "consigliano" nella tentazione e non si "proteggono" dopo aver peccato. Solo Dio stesso porta avanti il suo movimento nuziale che ha inaugurato in principio. Ora Noè è rimasto come unico suo alleato che rappresenta la famiglia modello che vive in sintonia con il suo ufficio di "fare l'uomo a immagine di Dio".
Una volta passato il diluvio Dio riafferma di nuovo la centralità della coppia, il suo essere a immagine di Dio e il suo ufficio di essere fonte di vita, appunto a immagine di Dio. "(1)Dio benedisse Noè e i suoi figli e disse loro: "Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite la terra. (2)Il timore e il terrore di voi sia in tutte le bestie selvatiche e in tutto il bestiame e in tutti gli uccelli del cielo. Quanto striscia sul suolo e tutti i pesci del mare sono messi in vostro potere. (3)Quanto si muove e ha vita vi servirà di cibo: vi do tutto questo, come già le verdi erbe. (4)Soltanto non mangerete la carne con la sua vita, cioè il suo sangue. (5)Del sangue vostro anzi, ossia della vostra vita, io domanderò conto; ne domanderò conto ad ogni essere vivente e domanderò conto della vita dell'uomo all'uomo, a ognuno di suo fratello.
(6)Chi sparge il sangue dell'uomo dall'uomo il suo sangue sarà sparso, perché ad immagine di Dio Egli ha fatto l'uomo. (7)E voi, siate fecondi e moltiplicatevi, siate numerosi sulla terra e dominatela".(42)
Ritorna la benedizione originale, di cui l'uomo è immagine e che attua nella sua fecondità e nel suo dominio. Che "dominio" non voglia dire "violenza" è ormai esperienza acquisita di un'umanità ferita propria dalla stessa violenza. Ma si tratta nella nuova alleanza di un'alleanza con la vita tutta intera in tutte le su manifestazioni:
"(8)Dio disse a Noè e ai sui figli con lui: (9)"Quanto a me, ecco io stabilisco la mia alleanza coni vostri discendenti dopo di voi; (10)con ogni essere vivente che è con voi, uccelli, bestiame e bestie selvatiche, con tutti gli animali che sono usciti dall'arca. (11)Io stabilisco la mia alleanza con voi: non sarà più distrutto nessun vivente dalle acque del diluvio, né più il diluvio devasterà la terra".(43)
(12)Dio disse: "Questo è il segno dell'alleanza, che io pongo tra me e voi e tra ogni essere vivente che è con voi per le generazioni eterne. (13)Il mio arco pongo sulle nubi ed esso sarà il segno dell'alleanza tra me e la terra. (14)Quando radunerò le nubi sulla terra e apparirà l'arco sulle nubi (15)ricorderò la mia alleanza che è tra me e voi e tra ogni essere che vive in ogni carne e non ci saranno più le acque per il diluvio, per distruggere ogni carne. (16)L'arco sarà sulle nubi e io lo guarderò per ricordare l'alleanza eterna tra Dio e ogni essere che vive in ogni carne che è sulla terra".
(17)Disse Dio a Noè: "Questo è il segno dell'alleanza che io ho stabilito tra me e ogni carne che è sulla terra"."
Un bellissimo segno sceglie Dio per ricordare la sua alleanza con "ogni essere che vive in ogni carne": l'arcobaleno. Guardare insieme a Dio l'arcobaleno d'ora in poi è ricordarsi del si incondizionato di Dio a ogni essere creato.
Dal punto di vista battesimale, della nostra immersione nella vita di Dio che progetta l'arca e chiude la sua porta, la lettera di Pietro offre un'interpretazione sorprendente: "(18)Anche Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nella carne, ma reso vivo nello spirito. (19)E in spirito andò ad annunziare la salvezza anche agli spiriti che attendevano in prigione; (20)essi avevano un tempo rifiutato di credere quando la magnanimità di Dio pazientava nei giorni di Noè, mentre si fabbricava l'arca, nella quale poche persone, otto in tutto, furono salvate per mezzo dell'acqua. (21)Figura, questa, del battesimo, che ora salva voi; esso non è rimozione di sporcizia del corpo, ma invocazione di salvezza rivolta a Dio da parte di una buona coscienza, in virtù della risurrezione di Gesù Cristo, (22)il quale è alla destra di Dio, dopo essere salito al cielo e aver ottenuto la sovranità sugli angeli, i Principati e le Potenze."(44)
Pietro riconosce nell'arca una "figura" del battesimo facendo capire che gli eventi dell'Antica Alleanza hanno diversi livelli di sensi che si scoprono man mano che la storia della salvezza progredisce. E' un chiaro invito a leggere la Sacra Scrittura nella sua profonda unità. Il Dio di Noè non ci è estraneo ma nel battesimo si fa mio con tutto ciò che compie. Si affida a me e con sé mi dona anche le sue azioni ed opere con la sua vicinanza ad esse. Nel battesimo Noè e la sua arca diventano "miei", cari a me quanto sono cari a Dio, al Padre immenso che cuce le vesti alla coppia caduta, allo Spirito dolcissimo che progetta l'arca e al Figlio presentissimo che ne chiude la porta. Se allora l'arca è figura del battesimo, l'arcobaleno ne sarà il segno. Dio scrive nel cielo la bellezza della condizione battesimale!
I patriarchi
Con i patriarchi entriamo nella storia nostra, usciamo dal tempo delle origini dell'umanità ma scopriamo la continuità tra principio e storia. L'elemento più forte della continuità di nuovo è la coppia-famiglia meticolosamente congiunta attraverso genealogie lunghissime al Principio.(45)
Le genealogie sono realizzazione dell'essere a immagine di Dio che si attua nel dono della vita causando le generazioni come espressione della benedizione divina. Proprio così inizia la storia di Abramo:
"(1)Il Signore disse ad Abram: "Vàttene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre, verso il paese che io ti indicherò. (2)Farò di te un grande popolo e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e diventerai una benedizione. (3)Benedirò coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno maledirò e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra".(46)
E' di nuovo al centro la benedizione, attività tipica divina e della sua immagine, con una ulteriore concretizzazione: Abram stesso diventerà "una benedizione", vale a dire immagine di Dio per eccellenza.
Per la riflessione:
Quanto sono familiare con il libro della Genesi? Quali sono passi che amo di più?
A proposito di Caino posso condividere che i mali sociali trovino la loro origine nelle famiglie? Ne posso portare esempi a favore o a sfavore di questa tesi?
Quale idea ho della storia di Noè? Come valuto il comportamento di Dio?
Quali sono i tratti di Abramo che mi sono particolarmente cari?
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