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Conversazione 14/11/2009

Conversazioni 2009/2010

     

14 novembre 2009
L'ufficio originale della coppia: assomigliare a Dio

In principio non fu così

"
(4)Ed egli (Gesù) rispose: "Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse: (5)Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola? (6)Così che non sono più due, ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l'uomo non lo separi". (7)Gli obiettarono: "Perché allora Mosè ha ordinato di darle l'atto di ripudio e mandarla via?". (8)Rispose loro Gesù: "Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu così. (9) Perciò io vi dico: Chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di concubinato, e ne sposa un'altra commette adulterio".(1)
"Da principio" e "ma da principio non fu così": Interrogato sulla difficile condizione nuziale della donna e dell'uomo Gesù si rivela esperto del "principio". Gesù porta in sé la memoria vivissima e la visione fedele della condizione originale della coppia umana. L'evangelista Giovanni ci svela il perché in Gesù è cosi vivo il progetto originale di Dio sulla coppia umana:
"
(1) In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. (2) Egli era in principio presso Dio: (3) tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. (4) In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; … (14) E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi;(2)
Gesù-Verbo è Gesù-Creatore in carne e ossa. Mentre Gesù discute con i farisei e gli scribi in lui è presente l'evento della creazione della prima coppia, la sua opera personalissima. Parla della condizione originale dell'uomo e della donna perché in lui è ora presente "quel principio" glorioso dell'umanità che poi la durezza umana ha tradito, offuscato e sviato. Ma in Gesù il "principio", la condizione originale si è fatto di nuovo vicino all'umanità, alla donna e all'uomo, alla coppia.
In lui risplende la condizione originale dell'umanità e in lui c'è qualcosa di nuovo, di inaudito e di inaspettato. Per poter cogliere il come Gesù ristabilisce e migliora la condizione iniziale della coppia, della famiglia e dell'umanità che da essa nasce ed in essa si realizza, conviene vedere come "in principio" crea l'umanità nella sua origine, nella coppia.

La diversità del "Principio"

Gesù parla di una "diversità del principio", di una "archeologia", di una conoscenza delle origini della coppia che si è smarrita a un certo punto. Tutti e due questi aspetti hanno un interesse enorme sia per la comprensione della Parola di Dio sia per la comprensione della condizione umana: il"come" era questo principio e il "come" del cambiamento della condizione originale. Tutte e due questi "come" riguardano sia la vita della prima coppia sia la sorte di tutta l'umanità. Di nuovo si intravede come la vita nuziale sin dal "principio" imprime il suo ritmo, il suo orientamento, il suo senso alla storia dell'umanità, alla storia di Dio con la sua umanità.
Come costituisce Dio la donna e l'uomo in principio?
"
(26) E Dio disse: "Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra".

  • (27) Dio creò l'uomo a sua immagine;

  • a immagine di Dio lo creò;

  • maschio e femmina li creò.

(28) Dio li benedisse e disse loro: "Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra;
soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra".
(3)  

"Facciamo l'uomo"

"Facciamo": è un plurale misterioso che introduce la creazione dell'uomo. A chi si rivolge Dio e chi invita a fare con lui l'uomo? Il contesto di tutta la Scrittura ci aiuta a cogliere la profondità di questa espressione. "
(3) Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, (4)si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita."(4)  
Il Prologo di Giovanni che abbiamo già visto esplicita questo "tutto" ancora di più: "
(2) Egli (il Verbo) era in principio presso Dio: (3) tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste."(5)  
Il Verbo Gesù insiste: "Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse."
(6)  
Ora si svela il senso pieno di questo "facciamo": E' il Padre che dice al Verbo o nel Verbo il grande progetto "uomo". Solo se ricordiamo tutta la Scrittura queste parole iniziali acquistano il loro senso pieno che rimane comunque sempre in crescita. E' questo ricordare è dono di Qualcuno: "
(26)Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto."(7)  
Ricordare la Scrittura al modo di Gesù è ricordarla nello Spirito Santo. Vuol dire pensare tutto l'Antico Testamento alla luce della rivelazione di Gesù, anche i primi versetti della Genesi. Il solenne e potente "Dio disse" diventa perciò il Padre che dice nel Figlio con lo Spirito Santo la creazione. Ed è il Padre che dice al Figlio e allo Spirito "facciamo".
Sarebbe profondamente ingiusto nei confronti di Gesù che invita con insistenza "credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me;"
(8)  oppure "(10)Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me?"(9)  e ancora "Come tu, Padre, sei in me e io in te."(10)  E poi in relazione allo Spirito: "(26) Quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza;"(11)
e "
(13) Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. (14) Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l'annunzierà."(12)
Se escludiamo da questo "facciamo" quanto Gesù ci rivela di Dio rinunciamo "a tutta la verità" che ci rivela lo Spirito e facciamo finta come se Gesù non avesse rivelato la vita intima di Dio. Anzi Gesù rischia e perde la sua vita proprio perché rivela la sua uguaglianza con Dio:
(17)Ma Gesù rispose loro: "Il Padre mio opera sempre e anch'io opero". (18)Proprio per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo: perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio."(13)
A partire da queste parole ogni volta che nell'Antico Testamento si legge "Dio" bisogna pensare il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo per essere in sintonia con la Rivelazione tutta intera! A Gesù è costato la sua vita manifestarci la vera natura di Dio e noi leggendo l'Antico Testamento facciamo finta come se Dio non fosse davvero da sempre Padre, Figlio e Spirito Santo. Una vera lettura cristiana richiede che dalla prima all'ultima pagina Dio sia sempre pensato come Trinità infinita se si vuole essere coerente con il dinamismo di rivelazione che caratterizza la Scrittura presa come unico evento di rivelazione. Il Nuovo Testamento in questo senso illumina il Primo, l'Antico Testamento.

Vicinanza intima battesimale dell'evento della creazione

Ma non basta l'unità delle Scritture per leggere in senso pieno questo "facciamo" che introduce la creazione dell'uomo. Tendiamo a leggere questa parola e tutti i versetti come racconto di un tempo lontano delle origini appunto. Gesù ci rivela un'ulteriore punto di vista di come leggere queste affermazioni:
(23)"Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui."(14)
E "
(16)Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, (17)lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché egli dimora presso di voi e sarà in voi."(15)
E perciò "
(20)In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre e voi in me e io in voi."(16)
Questo "sapere" dell'essere in me del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo è fondamentale per relazionarsi in modo retto alla Parola dell'Antico e del Nuovo Testamento: è la Parola di chi mi dimora, di chi mi abita. Le parole di Gesù mi rivelano il protagonista della Scrittura come colui che mi è più intimo a me stesso di quanto sono io vicino a me.
E in quanto in Dio tutto ciò che opera è sempre presente quando leggo che lui crea in principio l'uomo grazie alla sua presenza viva in me è presente in me stesso lo stesso evento della creazione dell'uomo e della donna. La creazione stessa diventa perciò un aspetto arricchente della mia vita cristiana intesa come partecipazione a tutto quanto Dio opera. Grazie al dimorare di Dio in me sono profondamente coinvolto in tutto quanto rivelano le parole delle Scrittura di lui … a cominciare dei primi versetti della Scrittura.
In questa luce con il trinitario "facciamo" Dio si rivolge anche a me stesso in me e mi invita a prendere parte a quanto lui sta per compiere. Il suo dimorarmi è la massima attualizzazione di tutte le opere ed eventi che lui compie e rivela in tutta la Sacra Scrittura. Attraverso il suo dimorami mi coinvolge in tutto ciò che la Scrittura racconta. Sono suo alleato in senso stretto della parola, grazie all'immersione-battesimo nella sua stessa vita, nel suo essere, agire e parlare.
Chiarito questo duplice aspetto di unità delle Scrittura e di coinvolgimento battesimale in tutte le opere di Dio possiamo avvicinarci alla creazione dell'uomo come evento al quale noi stessi partecipiamo ora e qui grazie al nostro coinvolgimento nella vita del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Essere a immagine di Dio, rappresentare Dio

Genesi 1 caratterizza la creazione dell'uomo con una modalità specifica centralissima: ""Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza
(27)Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò."(17)
3 volte insiste su "immagine" e una volta su "somiglianza" che si realizza nell'essere "maschio e femmina". L'essere umano "uomo-donna" è l'immagine-immagine di Dio per eccellenza, la superimmagine di Dio. La caratteristica dell'immagine è "rassomigliare a". La coppia originale ha come caratteristica fondamentale originale il rassomigliare a Dio. Perciò si pone la domanda come è Dio, come agisce Dio. Dio è così come si rivela nella Scrittura e nella sua creazione. Tutta la parola di Dio diventa perciò essenziale per l'uomo per poter sapere a chi e a che cosa rassomigliare.
Fermiamoci prima nel contesto dei primi versetti della Genesi. Secondo gli esegeti il testo è redatto nel periodo dell'esilio di Israele in Babilonia in mezzo a una civiltà che venerava tanti dei che identificava soprattutto con i corpi celesti, il sole, la luna e le stelle. "L'esilio segna la sconfitta del Dio d'Israele e la vittoria, almeno apparente, degli dèi concorrenti, di Babilonia. La terra, luogo unico senza di cui l'alleanza è incompleta, è stata conquistata. Il tempio, in cui Dio manifestava la sua presenza, è stato distrutto. Per farla breve, i credenti si trovano a mani vuote. Come credere a Dio quando i suoi doni sono svaniti?"
(18)  
Su questo sfondo storico disperato il racconto della creazione della Genesi rifulge in modo inaspettato sotto forma di una celebrazione liturgica che festeggia la creazione come azione di un unico Dio che crea proprio quei corpi celesti che il vicino di casa e le autorità in Babilonia adorano come dio. Si tratta perciò di un testo che nello stesso momento celebra e rende presente l'agire di Dio Creatore e critica aspramente il culto delle divinità babilonesi, è perciò allo stesso momento partecipazione all'agire potente e nascosto di Dio e contestazione profetica dell'ambiente pagano politeistico.
Avviene perciò una duplice attualizzazione del racconto delle origini: chiarisce la relazione tra credenti e pagani e afferma che è propria la coppia credente che rende presente in mezzo alla proprie famiglie l'agire di Dio inteso in questo duplice senso: come manifestazione del suo potere creativo e benedicente e critica radicale a ogni tipo di idolatria.
L'uomo a immagine di Dio in quanto maschio e femmina assomiglia a Dio nella misura in cui imita rende presente quanto Dio ha compiuto nei primi versetti della Genesi: dice la bontà del creato intero uomo e donna inclusi. Di fatto fa parte della preghiera tradizionale familiare ebraica il salmo
(8)che si canta in casa, che i coniugi cantano come attuazione e memoria del loro ufficio originale: "(4)Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissate, (5)che cosa è l'uomo perché te ne ricordi e il figlio dell'uomo perché te ne curi? (6)Eppure l'hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato: (7)gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi; (8)tutti i greggi e gli armenti, tutte le bestie della campagna; (9)Gli uccelli del cielo e i pesci del mare, che percorrono le vie del mare. (10)O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra."(19)
La coppia è il custode originale della creazione. Dio ha donato alla coppia l'onore e la gloria di poter dire bene nelle loro persone tutta la bellezza del creato. Di fatto l'essere umano ricapitola come in un microcosmo tutti i livelli dell'essere del cosmo in se stesso. dagli atomi che lo rendono simile alle pietre fino allo spirito che lo rende simile agli angeli e a Dio stesso!
La coppia promette questa grandiosa missione di sottomettersi "tutti i greggi e gli armenti, tutte le bestie del della campagna, gli uccelli del cielo e i pesci del mare" quando si promette di onorarti e di amarti tutti i giorni della mia vita". Con questa frase avviene una promessa cosmica amare e onorare tutto il coniuge significa amare ed onorare tutto il cosmo presente in esso. Interessarmi del coniuge significa interessarmi di tutto il cosmo sia perché nella persona amata sono presenti tutti gli elementi che compongono il cosmo sia perché la persona amata dipende nella sua vita e realizzazione dagli elementi del cosmo. Allo stesso momento si attualizza una promessa "anti-idolatria" perché si afferma l'assoluta priorità della persona amata su tutte le altre creature: Prima di tutto ci sei tu! Questo va contro qualsiasi dipendenza idolatrica da azioni, relazioni e oggetti!
Ma l'onore più grande della coppia superimagine di Dio è il seguente: Il "facciamo l'uomo a nostra immagine" da parte del Padre nel Figlio con lo Spirito Santo è un azione continua. Lo "spazio trinitario amabilissimo" del Padre altissimo, del Figlio larghissimo e dello Spirito profondissimo è il "luogo" preziosissimo dove viene creato ogni essere umano. Ma questo agire regale dei Tre dopo la prima coppia in poi avviene in collaborazione con la stessa coppia nuziale. "Fare l'uomo" l'azione prediletta di Dio è profondamente partecipata dalla stessa coppia e in questo le assomigia più che in qualsiasi altra cosa.
Questo "fare l'uomo" significa in senso più diretto la creazione-concepimento del figlio, azione divino-umana di valore inestimabile in cui risplende l'essere immagine di Dio della coppia in modo straordinario. Ma "fare l'uomo" prima ancora è riferito alla due persone che formano la stessa coppia. Sono infatti chiamati i due coniugi prima di tutto "a farsi reciprocamente uomo a immagine di Dio"! E' proprio la loro relazione d'amore reciproca che di nuovo nel contesto di tutta la Scrittura li rende particolarmente immagine di Dio in quanto la rivelazione arriverà ad affermare "Dio è amore".
(20)
E' proprio nell'amore reciproco nuziale che i coniugi si fanno conoscere la loro vera umanità, il loro essere uomo e donna in tutti suoi dettagli e a tutti i livelli. E' il loro amore reciproco che gli permette di riconoscersi, di benedirsi l'uno nell'altro e di scoprirsi abitabile per se stessi. Questo mostrasi reciprocamente le proprie persone è un'educarsi a vedere tutto il corpo, tutta la psiche e tutta l'anima nella luce della persona amata. La decisione di aderire alla sua visione d'amore di me stesso implica un'attuazione grandiosa del mio essere immagine di Dio a livello personale: riconosco alla mia intelligenza e alla mia volontà le capacità di formare io stesso l'idea di me alla luce dell'essere amato/a dal mio coniuge.
Si tratta della capacità umana più specifica del conoscersi, del giudicarsi sulla quale si fonda la stessa libertà umana. E' "il fare uomo a immagine di Dio" nel senso più profondo della parola che coincide con la natura più propria dell'uomo e il desiderio più grande di Dio e si manifesta compito più specifico della coppia sia nella relazione reciproca dei coniugi sia nella relazione di coniugi con i loro figli.
La scoperta dell'abitabilità reciproca delle loro persone, dei loro pensieri, delle loro decisioni, della loro memoria, della loro fantasia, dei loro sguardi, dei loro orecchi, delle loro azioni ecc. è un altro passo centrale verso la scoperta e l'esperienza del proprio essere a immagine di Dio Trinità. Di fatto "Dio Trinità" significa Relazioni reciprocamente abitabili grazie all'amore.
Una persona divina è tutta in tutte le due altre e vice versa per amore. Solo nella misura in cui tutte sono tutte nelle due altre sono se stesse. Questo dinamismo d'amore del portare l'amato in me e del trovarmi nell'amato, familiare a ogni innamorato, rende presente la modalità di essere Dio stesso in mezzo alle famiglie, in mezzo alle nostre città, in mezzo ai popoli, in mezzo all'umanità.
Lo sviluppo attuale della relazione d'amore tra uomo e donna che centralizza la relazione d'amore in sé è mirabilmente predisposto a diventare sempre più immagine dell'abitabilità reciproca che caratterizza la Vita del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo e trova in essa il proprio fondamento indistruttibile, motivazione sempre attualissima e prospettiva di futuro certissima.

"L'origine della durezza coniugale del cuore"

Ma la chiamata originale della coppia non è stata accolta in pieno da parte della stessa coppia:
"
(1)Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna: "E` vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?". (2)Rispose la donna al serpente: "Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, (3)ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete". (4)Ma il serpente disse alla donna: "Non morirete affatto! (5)Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male". (6)Allora la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangiò. (7)Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture."(21)
La prima coppia non si fida del proprio essere a immagine di Dio. Non aderisce in pieno al "facciamo l'uomo a nostra immagine" che Dio ha scritto nella natura della persona umana e nella natura della relazione coniugale. Sceglie una modalità per "diventare come Dio" che li propone l'Avversario. E' un diventare dio al posto di Dio e a prescindere di Dio, non un essere a immagine di Dio in collaborazione con Dio.
Si tratta di una decisione coniugale presa nella dimenticanza di Dio e della propria dignità. Le conseguenza sono familiari a tutti noi. Con questa decisione introducono nel progresso dell'umanità un nuovo ritmo stonato che cerca di frenare il rassomigliare dell'uomo, della coppia, della famiglia, della città, dei popoli e di tutta l'umanità di Dio Trinità. La Scrittura è profondamente segnata da questo movimento contrario a Dio e contrario all'uomo.
Ma Dio subito agisce rivolgendosi al serpente, simbolo del Nemico: "
(15)Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno".(22)
Proprio lì dove il male è entrato in contatto con l'umanità pone la promessa della vittoria sul male. Eva è già redenta alla luce di Maria e della sua discendenza, discendenza resa possibile di nuovo da una decisione coniugale.


Per la riflessione:

Quanto sono cosciente del mio ufficio coniugale di assomigliare a Dio attraverso la benedizione di tutto il creato e di tutto il mio coniuge? Come attuo durante il giorno questo mio ufficio?

Quando leggo l'Antico Testamento considero Dio Padre, Figlio e Spirito Santo? Per esempio quando prego i salmi? Riconosco nei libri dell'Antica Alleanza l'Io di Cristo?

Meditando la Scrittura lo faccio nella consapevolezza che sono profondamente immerso nella stessa vita di Dio e che le sue azioni, opere e parole mi appartengono come il coniuge appartiene al coniuge?

 
 

Oggi é e sono le ore - Aggiornato il 30/11/2024

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