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Conversazione 17/10/2015

Conversazioni 2015/2016

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17 ottobre 2015

Abitare la civiltà digitale del benessere: con quale famiglia?


La grande trasformazione: il benessere di massa libera la famiglia



a) Passaggio epocale per l’umanità
Il documento Gaudium et Spes ci dona una lettura ed interpretazione particolarmente ricca e bella della nostra civiltà contemporanea: "L'umanità vive oggi un periodo nuovo della sua storia, caratterizzato da profondi e rapidi mutamenti che progressivamente si estendono all’insieme del globo.
Provocati dall’intelligenza e dall'attività creativa dell'uomo, si ripercuotono sull’uomo stesso, sui suoi giudizi e sui desideri individuali e collettivi, sul suo modo di pensare e di agire, sia nei confronti delle cose che degli uomini. Possiamo così parlare di una vera trasformazione sociale e culturale, i cui riflessi si ripercuotono anche sulla vita religiosa" (G.S. 4)
Mettendo l’accento sulla radicalità e la profondità delle trasformazioni il Concilio anticipa quanto i grandi storici alla fine del secolo scorso constatavano:
“La novità di questa trasformazione consiste sia nella sua velocità straordinaria sia nella sua universalità. … Per la maggior parte del globo i mutamenti furono repentini e catastrofici. Per l’80 % dell’umanità il Medioevo finì di colpo negli anni ’50; o, meglio ancora, se ne avvertì la fine negli anni ’60.”
“Quando gli uomini si trovano di fronte a qualcosa di nuovo che li coglie impreparati, si affannano a cercare le parole per dare un nome all’ignoto, anche quando non possono definirlo né comprenderlo. Nel terzo quarto del secolo (1950-75) possiamo vedere questo processo in atto tra gli intellettuali occidentali. La parola chiave fu la breve preposizione «dopo», generalmente usata nella forma latina «post» come prefisso di numerosi termini, che per alcune generazioni, erano adoperati per contrassegnare il passaggio mentale della vita del ventesimo secolo.
Il mondo, o i suoi aspetti più rilevanti, divenne post-industriale, post-imperiale, post-moderno, post-strutturalista, post-marxista, post-Gutenberg e affini. Come i funerali, questi prefissi prendevano atto ufficialmente della morte senza implicare alcun giudizio unanime e ancor meno alcuna certezza circa la natura della vita dopo la morte. In tal modo la più grande, veloce e universale trasformazione della storia umana entrò nella coscienza di chi la stava vivendo e si sforzava di riflettere si di essa.”  Con altre parole: ci mancano ancora le parole per poterci dire bene in quale condizione ci ha portati il Novecento.
Riguardo la famiglia avviene una trasformazione del tutto particolare: “Il mutamento sociale più notevole di più vasta portata della seconda metà del secolo, quello che ci taglia fuori per sempre dal mondo del passato, è la morte della classe contadina. Infatti, sin dall’età neolitica la maggior parte degli esseri umani era sopravvissuta grazie alla terra e al bestiame o aveva sfruttato il mare dedicandosi alla pesca. … Quando le campagne si svuotano, le città si riempiono.
Il mondo della seconda metà del ventesimo secolo divenne urbanizzato come mai prima. Alla metà degli anni ’80 la popolazione urbana era il 42% …”  Oggi la popolazione urbana mondiale ha superato il 50%.  La famiglia tradizione di fatto da millenni è di stampo rurale e come tale si è perfezionata nei suoi ruoli specifici come fonte di sopravvivenza di tutti i sui membri.
“Tuttavia il valore e la solidità dell'istituto matrimoniale e familiare prendono risalto dal fatto che le profonde mutazioni dell'odierna società, nonostante le difficoltà che ne scaturiscono, molto spesso rendono manifesta in maniere diverse la vera natura di questa istituzione.” (GS 47)
E’ in atto nelle nostre famiglie uno scontro tra civiltà: tra la civiltà della sopravvivenza di massa che comporta con sé ruoli familiari antichissimi e radicatissimi e la civiltà del benessere, della cultura, della libertà, della soggettività, dell’uguaglianza, della dignità, della democrazia, della verbalizzazione, della realizzazione di sé e della relazione con sé di massa che trova la famiglia tradizionale completamente impreparata ma che nello scontro con essa svela paradossalmente le caratteristiche grandiose e potenti delle relazioni e ruoli familiari in rapporto alla formazione e percezione della singola persona.
Il testo conciliare evidenzia la valenza positiva di queste enorme mutazioni e la novità di vita che ne risulta. Alla luce di questa novità di vita conviene interpretare la nuova condizione familiare nella quale il Novecento ci ha portato: “Nuovi stili di vita: Le condizioni di vita dell'uomo moderno, sotto l'aspetto sociale e culturale, sono profondamente cambiate, così che è lecito parlare di una nuova epoca della storia umana. … i modi di vivere ed i costumi diventano sempre più uniformi; l'industrializzazione, l'urbanesimo e le altre cause che favoriscono la vita collettiva creano nuove forme di cultura (cultura di massa), da cui nascono nuovi modi di pensare, di agire, di impiegare il tempo libero; lo sviluppo dei rapporti fra le varie nazioni e le classi sociali rivela più ampiamente a tutti e a ciascuno i tesori delle diverse forme di cultura, e così poco a poco si prepara una forma di cultura umana più universale, la quale tanto più promuove ed esprime l'unità del genere umano, quanto meglio rispetta le particolarità delle diverse culture.” (GS 54)

b) La famiglia cellula della società e della Chiesa:
quale cellula “famiglia” per la società digitale del benessere e della Chiesa conciliare? La metafora della “cellula” applicata volentieri alla famiglia in relazione alla società e alla chiesa mette bene a fuoco l’immenso compito che è affidato a questa generazione e alle prossime generazioni.
La famiglia in realtà è cellula della società della sopravvivenza di massa e della Chiesa preconciliare. Vedremo in seguito i ruoli familiari tradizionali sviluppati in modo geniale e molto efficace di una famiglia al servizio di un organismo sociale a maggioranza rurale che si basava prevalentemente sulla famiglia come fonte di sopravvivenza. La società urbana del benessere, della cultura, della vita liberata, della democrazia e della comunicazione di massa richiede un modello familiare profondamente rinnovato.
Possiamo dire che attualmente la maggior parte della famiglie funziona secondo uno schema antico la cui inadeguatezza testimoniano in media in Italia circa 80 000 coppie (30 % delle coppie sposate) all’anno che sono costretti a lasciarsi (la media europea è al 50 %). L’organismo sociale ed ecclesiale attuale è pervaso da cellule “famiglia” terribilmente invecchiate che funzionano secondo schemi di tempi passati.
La domanda centrale che pone la società, la Chiesa e ogni componente familiare a ogni famiglia: Come passare dal modello tradizionale a modelli familiari che rendono abitabili la società e la Chiesa attuali?
In ogni famiglia confluiscono questi modelli familiari e creano confusione e disagi. Sono confusioni e disaggi pasquali, sono trasformazioni pasquali: luminosi e dolorosi che vogliono portare a un più di vita se vissuti alla luce di Gesù risorto crocifisso.
Gesù era a disagio, confuso, disorientato durante la passione nel giardino del Getsemani prima di raggiungere la nuova qualità di vita della risurrezione. Ogni nostro disagio personale, coniugale, familiare, politico, sociale è luminoso, ingrandisce, fa crescere la vita e vuole spingerci a scoprirne nuove dimensioni e nuove modalità di realizzazione di vita.
La famiglia tradizionale si basava sulla trasmissione di azioni da fare e da non fare che garantivano sia la sopravvivenza sia la rettitudine morale dell’agire. La famiglia attuale ha bisogno di mettere in parole i significati della vita liberata: come parlare della realizzazione di sé, della sessualità, della riconciliazione, della vita democratica, dell’educazione nelle sue varie fasi, del senso del benessere, della vita urbana, del digitale.
La vita famiglia ha urgentemente bisogno di racconti, di narrazioni della vita digitale, culturale, civile, politica, economica, internazionale ed ecologica per poter abitare in un modo realizzante noi stessi, la coppia, la genitorialità, la politica, … 100 anni fa i genitori e nonni attraverso le loro azioni e parole introducevano le generazioni giovani con competenza ed autorevolezza nella società rurale e nella Chiesa gerarchica oggi con quali parole possiamo introdurci noi stessi e i nostri figli nella società del benessere di massa e nella Chiesa conciliare della comunione e della partecipazione?

c) Novecento:
il secolo della manifestazione della famiglia: mai prima la famiglia è stata così trasformata come nel XX secolo. E’ stata letteralmente destrutturata nei suoi meccanismi e finalità tradizionali, secolari e millenari. Questa destrutturazione ha portato alla luce energie, caratteristiche e possibilità di vita mai conosciute prima. Queste trasformazioni hanno evidenziato quanto la famiglia influisce sullo sviluppo della persona, quanto influisce sulla vita sociale ed ecclesiale.
Ora la famiglia si presenta a noi come aperta, spesso sanguinante ma molto potente e ci interpella: cogliete la mia natura profonda, studiate le mie caratteristiche più profonde, scoprite parole nuove per descrivere la mia vita, approfondite in che senso sono immagine di Dio, osate vedermi partecipazione dell’amore di Cristo e la Chiesa.

d) Prospettiva cristiana di queste trasformazioni:
il dono della rivelazione ci permette di iscrivere queste trasformazioni, questa esplosione familiare e civile nel progresso della storia della salvezza che ha origine nel giardino dell’Eden, trova compimento, intelligenza, luce e liberazione nel mistero pasquale del giardino del Golgota e della risurrezione e si realizzerà pienamente e definitivamente nella Gerusalemme celeste che scende come una sposa da Dio pronta per il suo sposo Gesù.
Anzi, Gaudium et spes ci aiuta a riconoscere nelle trasformazioni attuali e spesso ambigue l’agire dello stesso Gesù risorto: “Con la sua risurrezione costituito Signore, egli, il Cristo cui è stato dato ogni potere in cielo e in terra, agisce ora nel cuore degli uomini con la virtù del suo Spirito; non solo suscita il desiderio del mondo futuro, ma con ciò stesso ispira anche, purifica e fortifica quei generosi propositi con i quali la famiglia degli uomini cerca di rendere più umana la propria vita e di sottomettere a questo fine tutta la terra.” Per poi continuare “È proprio della persona umana il non poter raggiungere un livello di vita veramente e pienamente umano se non mediante la cultura, coltivando cioè i beni e i valori della natura.
Perciò, ogniqualvolta si tratta della vita umana, natura e cultura sono quanto mai strettamente connesse.”  Se umanizzazione o personalizzazione possono essere e sono spesso caratteristiche della cultura, della politica, dell’economia, delle scienze, delle tecnologie, delle relazioni internazionale e della stessa famiglia il Risorto è continuamente in azione in questi ambiti sociali e civili. Conviene liberarsi da una falsa concezione della secolarizzazione: Anche se diminuisce l’influsso esplicito della Chiesa nell’ambito civile, politico, economico e privato Gesù risorto continua liberamente e onnipresente la sua azione umanizzante e personalizzante.
E’ compito prioritario della famiglia cristiana, che lui sempre associa a se stesso, scoprire dove e come Gesù risorto agisce nella società attuale secondo i criteri offerti da Gaudium et Spes per poter collaborare con lui al progresso dell’umanità. “L’esperienza e la costruzione di forme di buona umanità non si possono separare da un impegno di conoscenza e di valutazione del contesto culturale. Una «vigile capacità di studiare i segni dei tempi», anche servendosi delle diverse competenze, non si limita a registrare delle condizioni di fatto, ma riesce a cogliere la genesi e la logica delle posizioni culturali in campo.”
In questa luce la famiglia è chiamata a creare ed inventare insieme una narrazione nuova del come il Cristo vive e agisce nella società attuale e nella sua Chiesa. E’ questo un aspetto centrale nel passaggio dalla narrazione coniugale, familiare rurale alla narrazione familiare urbana che verbalizza, svela e rende abitabili le caratteristiche tipiche dell’agire di Gesù risorto nella nostra società e Chiesa. In questo modo la famiglia passa dal essere soggetta ai dinamismi familiari antichi e nuovi, culturali, politici, sociali, economici, digitali, ecologici ed ecclesiali a diventarne soggetto competente, libero e creativo.

e) La Chiesa in Italia:
con il V convegno ecclesiale nazionale che si svolge in autunno a Firenze vuole coinvolgere tutte le diocesi e tutte le famiglie in Italia in questo misterioso sviluppo dell’umanità scegliendo come titolo “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”. Il testo di preparazione del convengo suggerisce “Cinque vie verso l’umanità nuova” cogliendo la predicazione di Papa Francesco: Uscire, annunciare, abitare, educare e trasfigurare. In questo convegno cerchiamo di applicare queste 5 vie alla famiglia intesa come cellula della nuova umanità in Cristo. Abbiamo però invertito la successione delle vie considerando l’uscire il punto d’arrivo dell’agire familiare. Pensiamo infatti che il primo soggetto del trasfigurare familiare si la coppia nuziale. In quanto coppia educa i figli, abita la società, annuncia Gesù.
Ognuno di queste azioni familiari di per sé è già “uscire” ma vorremmo vedere poi questo verbo sotto la luce del digitale che permette la famiglia a mettersi in contatto con la famiglia umana intera e dare un contributo a quello “umanesimo sfaccettato e ricco di sfumature  - «prismatico»” .

Per la riflessione:
  • Posso descrivere la mia memoria e la mia percezione del XX secolo?
  • Che idea ho della società del benessere di massa in positivo e in negativo?
  • In che modo la famiglia è influenzata dalla società attuale: aspetti positivi e negativi?
  • Come si pone la Chiesa nei confronti della civiltà attuale?

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