Conversazione 26/04/2009
26 Aprile 2009 - Cagliari
La nostra civiltà in luce pasquale.
In che modo la civiltà odierna può essere illuminata, vivificata e liberata da s'Incontru con il Risorto.
Ognuno di noi porta in sé una percezione della nostra civiltà. Questa percezione della nostra civiltà si è formata con la nostra educazione, con le nostre esperienze delle istituzioni che la caratterizzano, dalla nostra esperienza di lavoro, dalla scienza e dalla tecnologia, dai mass media ecc. Tutti questi aspetti vengono valutati o positivamente o negativamente secondo come influiscono sulla nostra vita personale.
Amo il cellulare perché mi permette di comunicare con gli amici ovunque mi trovo. Odio il cellulare perché permette al mio datore di lavoro di trovarmi ovunque mi trovo.
Amo la macchina perché mi permette di muovermi senza dover aspettare il bus o il treno, detesto la macchina quando devo fare benzina perché mi svuota il portafoglio.
Queste esperienze contrastanti evidenziano bene un fatto di fondo: si può vedere le caratteristiche della nostra civiltà da punti di vista diversi. L'ospedale per chi vi lavora può diventare un incubo quotidiano perché il primario tratta malissimo i suoi collaboratori. Lo stesso primario può diventare per un altro la persona più decisiva della vita perché gli trapianta il cuore salvandogli la vita. Molti insegnanti hanno come desiderio più grande poter andare a scuola per tutta la loro vita con un contratto a tempo indeterminato. Molti studenti hanno come aspirazione più grande di non dover mai più andare a scuola.
Questi esempi ci aiutano a capire un cosa molto centrale: la nostra civiltà sia nei suoi dettagli sia nella sua globalità è aperta a tantissime interpretazioni positive e negative. Questo fatto può avere un effetto molto liberante su di noi: posso permettermi di non dover assolutizzare l'idea attuale che ho della civiltà e mi posso aspettare luci nuove nella misura in cui assumo nuovi punti di vista per guardare, ammirare, scrutare quanto il terzo millennio sta producendo sul nostro pianeta.
Questa gamma infinita di possibilità di interpretazioni ci predispone a una grande capacità di stupore verso nuove prospettive e allo stesso momento ci conferisce un forte senso critico verso tutto quanto appare troppo scontato e troppo acquisito. Inoltre solo nella misura in cui mi riconosco questa capacità interpretativa e la imparo ad attuare posso diventare una persona libera!
Lo specifico di questa riflessione consiste, a partire della premessa appena descritta, nel tentativo di individuare da quale punto di vista il Risorto guarda la nostra civiltà. Se è vivo ora sta guardando le nostre ferrovie, i nostri parlamenti, i nostri traghetti, i nostri computer ecc. Che ne pensa? Come percepisce tutto questo? Gioisce di fronte all'evoluzione del cellulare? Macchine sempre meglio attrezzate lo fanno rattristare? Quale atteggiamento ha nei confronti della fisica nucleare e le conquiste della ricerca genetica?
Non possiamo dire con certezza che cosa di preciso il Risorto percepisca di fronte a una lavastoviglie elettronica ma grazie al duplice libro della creazione e della rivelazione possiamo dedurre atteggiamenti molto probabili che ci faranno cogliere la nostra società odierna proprio alla luce della risurrezione.
La sua stessa condizione di Risorto rivela molto del suo pensiero in relazione alla nostra società attuale. La luce del suo corpo glorioso è particolarmente illuminante per quanto avviene nella materia ora e qui. E' centrale questa luce perché è quella luce verso la quale ogni società è incamminata. La luce della risurrezione sarà un giorno la luce definitiva di ogni civiltà esistita nel corso della storia umana. E' il tempo che spinge ogni società verso questa luce definitiva. Anticiparla diventa perciò un atto di estrema attualità, modernità e avanguardia.
Il ruolo del corpo vivo nella nostra società
Partiamo dal più visibile: dal corpo del Glorioso. Se riusciamo a cogliere quale ruolo gioca il corpo umano nella nostra società potremo dedurre in che senso il corpo del Glorioso vi porta luce, vale a dire nuove possibilità di interpretazioni.
La corporeità dell'uomo vivo dà il volto alla nostra civiltà attuale. La plasma in tutte le sue manifestazioni. Ogni aspetto della nostra società fa riferimento alla nostra corporeità animata, al nostro misterioso essere unità di anima e corpo. E' il cardine di tutte le civiltà antiche, passate ed attuali. Possiamo guardare qualsiasi angolo della nostra società sempre si fa riferimento alla persona umana nella sua dimensione corporea-spirituale.
Il computer ha bisogno dei sensi umani per poter funzionare. E' al servizio del cervello e assomiglia al nostro sistema nervoso in quanto come esso funziona grazie a impulsi elettrici. Chi passeggia su via Manno e via Garibaldi e guarda le vetrine si accorge con quale intensità la società moderna, la sua industria, la sua economia accentua il valore centrale del corpo vivo: le vetrine espongono vestiti di tutti i tipi, occhiali, scarpe, mobili, orologi, gioielli, borse, profumi, medicine, giornali, libri, ecc.
Qualsiasi oggetto mette in evidenza un aspetto della nostra corporeità animata. La solennità e la bellezza con le quali vengono esposti inducono a pensare che queste vetrine vogliano quasi festeggiare la corporeità umana in tutti i suoi aspetti anche più intimi, visto il numero di vetrine che si occupa di biancheria intima.
Ogni anno si investono miliardi di euro per la formazione di personale medico, per la ricerca in campo medico, per la produzione e per l'acquisto di macchinari per i nostri ospedali con un unico scopo: poter soccorrere a una persona in una parte malata del suo corpo vivo.
Guardiamo gli enormi investimenti nell'industria automobilistica, navale, dell'aereonautica e dei treni potremmo rimanere con la bocca aperta e dirci: ma qui davvero si lavora per qualcosa di estremamente importante: per agevolare e potenziare il movimento dei nostri piedi.
Ogni zona industriale, ogni città mercato e ogni quartiere di una città possono essere guardati sotto questo aspetto corporeo umano e riveleranno meraviglie riguardo la persona umana nella sua concretezza corporea.
Il disordine tra corpo e anima
Qualcuno si sta già insospettendo di fronte a questa analisi troppo positiva della nostra società. Perché? Per esperienza sappiamo che quasi nessuno vive la nostra società nel modo appena accennato. Anzi notiamo un fenomeno esattamente contrario all'interpretazione proposta: all'assolutizzazione dei diversi settori della società in relazione alla parte del corpo che servono.
Siccome a ogni settore economico è legato una possibilità infinita di guadagno si tende a generare nelle persone degli atteggiamenti che assolutizzano l'importanza del prodotto in relazione a una parte del corpo e della percezione del corpo. Centralizzando l'importanza della salute del corpo, della pressione, del colesterolo, della glicemia l'industria farmaceutica fiorisce.
Evidenziando bene l'importanza della moda aumenta l'attrazione dei negozi per i vestiti. Favorendo l'impressione che solo con una macchina nuova si viaggia bene si tende a indebitarsi anche per l'acquisto di un'auto.
La persona moderna, il perfetto consumatore, si scopre così dipendente da alcuni parti del suo corpo o da funzioni o sensazioni appartenenti ad esse al fedele servizio del settore economico corrispondente. Perché invece di godere degli immensi miglioramenti della nostra civiltà ne sembriamo diventare sempre più schiavi?
La rivelazione ci dice che all'inizio dell'umanità sia avvenuto un crac particolare. Qualcuno volendo diventare come Dio ha causato un movimento che da allora attraversa tutta l'umanità.
Che la prima coppia voglia diventare come Dio ha un'implicazione e una premessa molto precisa: non considero il mio corpo e non voglio essere nel mio corpo. Dio vuol dire infinito, il corpo limita. Da quel momento in poi il crac tra corpo umano e anima umana, vera causa del crac economico mondiale, spinge l'essere umano alla non identificazione con il proprio mistero di unità di anima e corpo.
C'è chi assolutizza l'anima a scapito del corpo e chi il corpo a scapito dell'anima. Il concetto moderno dell'uomo è profondamente segnato da questa idea di separazione interna della persona umana e trova la sua formulazione più chiara nell'espressione di Cartesio: l'essere umano è una cosa pensante (anima) e una cosa estesa (corpo). Meglio non si può esprimere la spersonalizzaione umana.
Purtroppo il progresso moderno viaggia su queste premesse come se fossero davvero la verità della persona umana. Di conseguenza in molti si fa forte la percezione di percepire se stessi a causa del progresso estranei al proprio corpo e anche alla propria anima, essendo tutte due considerate cose in se. Illustro ciò che intendo: le acquisizione della scienza sul corpo umano non hanno contribuito alla crescita di stima della persona umana.
Chi si sveglia felice nella consapevolezza gioiosa per il lavoro grandioso e qualificatissimo che in questo momento compiono miliardi di cellule a mio favore e che sono le "mie" cellule, facente parte intimamente della mia personalità? O chi si rallegra dei capolavori della tecnologia, della letteratura come espressione del spirito umano che manifestano la bellezza della mia anima?
La luce del corpo e dell'anima gloriosi di Cristo
La risurrezione di Gesù nel suo vero corpo, come lo celebriamo nell'ottava di Pasqua, guarisce proprio su questo livello. Gesù restituisce all'uomo nella sua persona gloriosa sia il suo corpo sai la sua anima come la sua identità più specifica.
Risorgendo Gesù con la sua anima umana e il suo corpo umano ci dice: Io rimango per sempre unità di anima e corpo. Io mi identifico per sempre con le mie cellule, la mia pelle, le mie membra e i miei sensi, con la mia intelligenza umana e la mia volontà umana. Anzi glorifico il mio corpo e la mia anima con tutto ciò che implicano nella mia vita divina.
Li dichiaro divinamente abitabile e perciò umanamente personalizzabile. Al desiderio umano di fuga da sé che si esprime nelle formulazione "voglio diventare come Dio" oppure "Sono tra una cosa pensante e una cosa estesa" Gesù ci dice "voglio essere l'unità profonda di anima e corpo per sempre".
In questa luce gloriosa Gesù contestualizza e configura tutta la nostra società in quanto evidenzia come ogni istituzione, ogni settore economico, la scienza, la tecnologia, la cultura ecc. glorificano un aspetto particolare del corpo o dello spirito umano ma solo in quanto considerato in relazione alla totalità della persona umana.
Cristo investe nei suoi piedi umani più di tutta l'industria automobilistica mondiale: li fa inchiodare in croce e li glorifico continuamente con la sua vita divina in quanto parte integrante della persona umana che ne rivelano e realizzano le capacità. Gesù nel sua risurrezione assume ogni aspetto della nostra civiltà, lo assume in sé e lo conduce al suo vero significato che è manifestare la grandezza dell'uomo e contribuire alla sua realizzazione.
In questa luce si manifesta una sorprendente analogia tra la nostra civiltà e la risurrezione di Cristo: Gesù investe divinamente in tutte le parti del corpo umano e dell'anima umana così la nostra società investe nelle parti del corpo e dell'anima attraverso il lavoro di milioni di persone e l'investimento di miliardi di euro. L'investimento divino di Gesù garantisce la realizzazione definita dell'essere umano, l'investimento della nostra civiltà rischia la disgregazione dell'essere umano se non viene interpretato in luce unificante per cui il Risorto è la fonte più qualificante e indistruttibile!
Per la riflessione:
Faccio uso della mia capacità di poter interpretare la mia vita e i suoi eventi? Posso fare qualche esempio?
Posso fare un elenco delle conquiste della nostra società con la corrispondente interpretazione negativa o positiva che ne do?
Come potrei descrivere la percezione delle caratteristiche del mio corpo e della mia anima? Mi trovo a casa in me o mi sembro un estraneo al mio corpo e alla mia anima?
Quale ruolo attribuisco Gesù risorto in relazione alla nostra società? In che modo illumina la mia interpretazione della mia vita quotidiana nella città in cui vivo?