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L'altezza divina delle nozze

Conversazioni 2006/2007

 

L'altezza divina delle nozze

Coppia e battesimo-cresima: immersione nell'amore trinitario e nella Chiesa

Il Centro si vuole ispirare in modo particolare alla dottrina di S. Tommaso d'Aquino.
Una delle grandi scoperte di Tommaso è la centralità dell'essere per la vita di Dio e dell'uomo. In tutti i suoi scritti mette in evidenza la preziosità, la nobiltà e l'attualità insuperabile dell'essere in rapporto a tutte le realtà, Dio e creato compresi!
Dio non potrebbe essere Dio se non fosse, se non esistesse! Una sedia non sarebbe una sedia se prima non esistesse, cioè fosse! Ognuno di noi ha prima di tutto il bisogno di poter essere per poter essere quello che è.
Ma anche qualsiasi caratteristica della nostra persona solo se esiste davvero fa parte di noi e ci arricchisce.
Perciò Tommaso sviluppa una concezione mirabile della ricchezza e dell'intensità di ogni cosa come ciò che ogni cosa ha come caratteristica più intimo, più fondante, più proprio e più attuale.
Alla luce di queste considerazioni Tommaso si pone la domanda come possiamo cogliere, ricordare, amare e sentire la preziosità, l'attualità, l'intensità e l'intimità dell'essere di tutto ciò che siamo e che ci circonda.
Ogni cosa ha un modo specifico di essere che è conoscibile per la nostra intelligenza. Questo modo specifico di essere si chiama la natura di una cosa.
L'essere di un libro è riconoscibile perché composto da pagine scritte e rilegate in un certo modo, una persona umana è riconoscibile come tale perché è l'unità di anima e corpo, ecc. . Con una parola Tommaso ci vuole iniziare ad amare la verità della realtà, cogliere le cose nel loro significato ma non in modo freddo e distante, ma proprio nell'attualità intensissima del loro esistere concreto, nell'intensità e nello specifico dell'atto del loro essere.
Proprio con questa distinzione reale tra la natura di una cosa e il suo atto d'esistere ci aiuta a non considerare la realtà in modo distaccato ma sempre nel suo reale e concreto realizzarsi, nell'atto ineffabile ed intensissimo del suo essere qui ed ora. In questa luce ogni realtà manifesta lo splendore e l'attualità del proprio essere e ci diventa conoscibile e perciò amabile.   
Tommaso offre anche un criterio molto bello secondo il quale una persona può verificare se sta cogliendo ed amando lo specifico e l'attualità dell'atto dell'essere di una determinata realtà: la gioia, la delectatio, come lui usa esprimersi.
Di fatto, quando colgo lo specifico e l'attualità dell'essere di mia/o moglie/marito (vedi esperienza dell'innamoramento - evento metafisico, cioè manifesta l'essere della persona umana e l'amabilità del suo essere!) o di un nostro figlio o di una attività il mio cuore si riempie di gioia.
In luce tommasiana il compito del Centro è cogliere lo specifico, la natura, l'attualità, la ricchezza e l'intensità del realizzarsi dell'essere tridimensionale della famiglia e perciò della coppia umana e cristiana e rappresentarlo in modo conoscibile, apprendibile, amabile, piacevole ed imitabile prima ai soci e poi alla Città e alla diocesi!!!
Con una parola: essere innamorati della famiglia in modo intelligente e fantasioso!
In quest'ottica inizia oggi l'aspetto d'altezza della coppia, che è propriamente il suo essere "cristiana". Quale è lo specifico e l'attualità dell'essere cristiano della coppia?
Che Cristo ha immerso ognuno dei suoi coniugi nella sua vita divina-umana grazie al battesimo e la cresima e che lo stesso Gesù glorioso li ha donati uno all'altro in modo dinamico e stabile nel sacramento delle nozze.
Vediamo per primo le implicazioni nuziali dell'essere battezzati e cresimati.
"Costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco." (Lc 3,16) Gesù desidera battezzare tutta l'umanità in Spirito Santo e fuoco, "tutta" nel senso sia di "tutti gli uomini" sia di "tutta la persona umana".
"Battezzare" significa "immergere". Perciò vuole immergere tutta l'umanità in questo duplice senso in Spirito Santo e fuoco.
Il battezzato è, di conseguenza, una persona che è immersa interamente nella vita di Dio, del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Purtroppo nella nostra educazione cristiana (!) non si tiene molto conto della condizione battesimale del bambino. Per questo motivo negli adulti influisce poco o niente sulla consapevolezza dello specifico e della preziosità del proprio essere (!) e dell'essere (!) di Dio.
(Una cosa simile vale anche per la nostra educazione umana: manca in molti adulti, vale a dire "e-ducati": "condotti fuori dalla potenzialità del proprio essere nell'attualità-realizzazione del proprio essere", la consapevolezza del rapporto con il proprio essere fisico-spirituale e la conseguente consapevolezza della propria preziosità umana, che sarebbe uno degli obiettivi principali di ogni educazione!)
Questo deficit di consapevolezza battesimale del proprio essere si può integrare con il progetto dell'autoeducazione, all'interno del quale la vita della coppia gioca un ruolo centrale.
Per poter avere un'idea come si potrebbe articolare il ricupero della coscienza battesimale, dell'essere immerso nella beata Trinità, conviene avere un'idea di che cosa possa voler dire essere battezzato con particolare riferimento al matrimonio.
Cristo, infatti, ha istituito battesimo, cresima, eucaristia, riconciliazione e unzione degli infermi per poter favorire la realizzazione la vocazione (matrimonio, sacerdozio, vita consacrata, particolare consacrazione a una vita professionale) di ogni persona.  
Nel battesimo Gesù risorto compie qualcosa di ineffabile nei nostri confronti: ci introduce nella sua vita trascendente-immanente. Ci rende partecipe del suo modo di esistere umano e divino. Il che significa che ci porta in quella condizione mirabile nella quale lui gioisce infinitamente del Padre e dello Spirito Santo.
Proprio di questa infinita felicità divina lui ci rende partecipe nel battesimo liberandoci dalla nostra condizione di lontananza e di avversità nella quale ci troviamo a causa della peccato-rottura originale.
La condizione battesimale è perciò la stessa condizione divina nella quale Gesù ha introdotto tutta la sua umanità nella croce e nella sua risurrezione. E' questa condizione la nostra vera casa.
Da lì ognuno di noi viene, di questa condizione ogni essere umano ha profonda nostalgia che si esprime in mille modi attraverso il desiderio profondissimo di essere amati infinitamente e di essere felici totalmente e continuamente.
Perciò solo in questa condizione di immersione trinitaria la persona umana si ritrova nel senso letterale della parola, perché condotta nella sua unica vera Origine e nella  unica condizione in cui la sua realizzazione totale è possibile fino in fondo.
Essendo Dio più vicino a me di quanto io stesso sia vicino a me (questa sua condizione si chiama "trascendenza immanente!") battezzando mi porta nella sua vicinanza a me! Vale a dire che io, immerso nella Trinità mirabile, sono infinitamente più vicino a me di quanto non lo ero prima del battesimo. E nello stesso modo mi conduce nella stessa vicinanza divina a ogni essere umano.
Perciò la Chiesa, comunità degli immersi in Dio, è più vicina all'umanità e al mondo di quanto l'umanità è vicina a se stessa e di quanto il mondo è vicino a se stesso. Purtroppo questa consapevolezza di Chiesa è poco diffusa e poco coltivata.
Allo stesso momento è donato al battezzato un'ineffabile familiarità con Dio stesso per il quale il battesimo è vera donazione di se stesso, vera e concreta autocomunicazione della sua vita intera alla persona battezzata. In questo consiste la grande differenza tra il battezzato e il non-battezzato.
Cristo è più vicino a ogni essere umano di quanto la stessa persona sia vicina a se stessa e perciò partecipa e vive più intensamente la vita di ogni persona umana di quanto non lo possa fare la stessa persona.
Ma solo al battezzato si dona personalmente, vale a dire offre tutto se stesso, tutta la sua vita divina ed umana in dono, come uno sposo offre la sua vita totalmente e definitivamente alla sua sposa. Questa è la tremenda e beatificante verità del battesimo.
In esso Dio si dona nel suo Spirito grazie all'agire glorioso di Cristo nel sacramento personalmente e consapevolmente alla mia persona per l'unico motivo nuziale: perché mi ama da morire ( o da risorgere :!)!
Dal battesimo in poi lui si considera regalato a me, si vive donato a me, si pensa e si ama totalmente appartenente a me. Tutto ciò che è suo, tutto ciò che possiede lo ritiene mio, proprio come fa lo sposo con la sposa. Questo è lo specifico e l'attualità dell'essere battezzato!

La cresima come "nuzializzazione" della persona umana e visione cristiana dell'intimità coniugale

Sarebbe ora di svegliarsi a questa condizione battesimale nuziale nella quale ci troviamo o meglio nella quale dormiamo da quando siamo battezzati. Cristo ha istituito un sacramento a posto per rendere possibile la nostra accoglienza e risposta nuziali a un dono che oltrepassa le nostre semplici capacità umane: la cresima o confermazione (nuziale al dono nuziale del battesimo!).
Possiamo dire che con la cresima Gesù ci conferisce la luce e la forza di rispondere in modo sponsale al suo dono di sé nel battesimo. I doni dello Spirito agiscono sul nostro intelletto, sulla nostra volontà, sulla nostra affettività ed aggressività in modo tale da poter riconoscere, volere e sentire il mistero del battesimo e vivere di corrispondenza.
La cresima ci rende perciò in grado di pensarci, di volerci, di sentirci e di comportarci in modo sponsale nei confronti della felicissima Trinità e riconoscerla, di volerla, di ricordarla, di sentirla donata interamente a me nel mio corpo e nella mia anima.
Da questo duplice sacramento nasce l'uomo nuziale, la persona sposata con Dio che è la vera persona umana realizzata che dovrebbe presentarsi davanti a Cristo per poter donarsi alla propria moglie, al proprio marito.
L'uomo immerso nello e unto dallo Spirito Santo potrebbe essere esperto amante della vita divina che porta in sé e della propria vita umana che Dio costantemente gli comunica.
Altrettanto potrebbe essere iniziato al dinamismo nuziale tra Dio e se stesso, vale a dire ha fatto esperienza del reciproco partecipare della vita dell'uno e dell'altro, di Cristo glorioso e della sua. E' familiare della gioia immensa che implica la presenza amorosa e partecipante di Dio nelle proprie membra che gli rivela allo stesso momento l'amabilità infinita di Dio e l'amabilità incondizionata di se stesso.
Ha gioia di ogni aspetto della vita divina così come si manifesta nella Sacra Scrittura, nei sacramenti, nella creazione, nella storia umana e nella sua propria vita. Allo stesso momento ha preso coscienza riconoscente della preziosità dell'essere del proprio corpo, della propria anima e delle sue azioni che Dio stesso ha scelto con dimora ed amico nuziale amatissimo.
L'amore di Cristo gli ha svelato e educato a considerarsi prima nella luce dell'amore di Dio come luce originale nella quale solamente ed unicamente l'uomo è riconoscibile come tale. Si trova perciò in una mirabile vicinanza e familiarità con se stesso che gli riempie di una pace e gioia sempre crescente. Allo stesso momento lo rende in grado di abbracciarsi, di volersi, di amarsi e perciò è capace di possedersi e di donarsi liberamente.
La luce di Cristo gli ha anche rivelato i tantissimi aspetti amabili del suo essere umano, della propria vita nella sua interezza e nei suoi dettagli. Per questo motivo è cosciente di che cosa è prezioso in lei e può donare-comunicare consapevolmente i diversi aspetti della sua persona, senza doversi sentire costretto a farlo per bisogni di piaceri sostituitivi per mancanza di percezione della gioia del proprio essere (come purtroppo spesso avviene).  
Così sogna Cristo che arriviamo al matrimonio: esperti nelle e felici delle nozze con lui.
Una persona con una tale consapevolezza battesimale e cresimale è familiare del donarsi, del ricevere la vita dell'altro, del crescere nella comunione, della preziosità della vita dell'Altro e di se stesso.
Normalmente gli sposi non si trovano in queste condizioni di partenza. Perciò si rivela lo stesso sacramento del matrimonio come ricupero e attuazione del mistero battesimale e cresimale nel quale ognuno dei due coniugi è immerso.
Il matrimonio ha questa duplice caratteristica: di poter ricuperare sia su livello umano sia su livello cristiano i ritardi di educazione/realizzazione che ogni persona umana subisce durante la sua crescita.       
Sul livello cristiano la comunione delle due vite implica anche e soprattutto la comunione delle due vite battesimali-cresimali! La tradizionale espressione che i due si sposano per "santificarsi" reciprocamente non vuol dire prima di tutto che si devono sopportare pazientemente ma che sono chiamati ad aiutarsi reciprocamente a realizzare la loro condizione battesimale e cresimale.
Come possono i coniugi rivelarsi e rendere sperimentabili il loro essere immersi nella vita trinitaria? Prima di tutto parlandone nei termini come accennato sopra. Rendersi conto della grandezza nella quale sono coinvolti personalmente sin dal proprio battesimo e dalla propria cresima e che immenso aumento di qualità di vita comporta.
Donarsi la vita in quest'ottica significa anche donarsi la vita cristiana che ognuno porta dentro di sé.
Qui entriamo in uno spazio mirabile poco esplorato di vita cristiana nuziale. Sono i coniugi che in modo unico e straordinario possono rivelarsi e rendersi sperimentabile il loro essere dimorati dalla Beatissima Trinità.
L'intimità coniugale ha come una delle caratteristiche la nudità dei due sposi. In ottica cristiana e umana la nudità richiama contesti di importanza fondamentale per l'umanità e la vita con Cristo: la condizione paradisiaca, il concepire e il nascere di una persona, la risurrezione e appunto la celebrazione del battesimo (per immersione!) e delle stesse nozze!
Nudità fisica associa tutto questo negli occhi di Cristo che vede tutta la mai vita e tutta la storia della salvezza presente in se stesso e perciò presente in colui che abita in modo battesimale.
Il Cristo glorioso rap-presenta (rende presente) nella nudità nuziale, attraverso la sua persona divina, la condizione paradisiaca del non avere vergogna l'uno dell'altro, la condizione dell'essere rigenerati e del rinascere per l'amore reciproco, anticipa la condizione futura in cui tutto sarà di tutti come ora tutto dello sposo è tutto della sposa e viceversa.
Allo stesso momento ricorda la loro nudità nuziale che nudi sono scesi nel fonte battesimale e perciò sono invitati da Lui a riconoscersi in questo contesto nuziale con la loro ricchezza battesimale, che, di fatto, è il loro segreto più intimo e più prezioso: Dio tutto in tutta la loro anima e in tutto il loro corpo.
(Per cogliere meglio quanto appena descritto converrà approfondire il significato della ritualità del comportamento e del linguaggio tipici della vita intima nuziale in uno dei prossimi incontri.)
Pensarsi e volersi abitati dallo Spirito Santo ed onorare ed amare lo stesso Spirito nel corpo della persona amata sarà l'ineffabile arricchimento che apporta il battesimo all'intimità coniugale e che l'intimità coniugale apporta all'approfondimento dell'essere battezzati. Pensare così significa assecondare i doni dello Spirito Santo che educano la mia intelligenza, volontà, affettività ed aggressività a una consapevolezza cristiana dell'intimità coniugale.
In questa luce posso svelare al coniuge in un modo mirabile la sua dignità battesimale e realizzare la mia condizione cresimale. Se bacio e accarezzo Dio presente negli occhi, nelle mani, nei piedi e in qualsiasi parte del corpo della sposa o dello sposo gli manifesto chi è veramente, compiendo così nei suoi confronti l'atto d'amore più grande possibile.
Bacio Dio nel coniuge proprio nel momento in cui mi offre ogni parte del mio coniuge e della sua vita con ineffabile amore e tenerezza. Accarezzo Dio proprio mentre lui stesso accarezza con mirabile finezza e dolcezza l'essere del mio coniuge in ogni sua manifestazione fisica, psicologica e spirituale.
La mia gioia per il corpo, l'anima, la vita per il coniuge diventa partecipazione alla gioia infinita che la dolcissima Trinità nutre per il corpo, l'anima e la vita del coniuge da lei stessa creata ed abitata!!! In questa luce questa partecipazione alla gioia divina per la persona amata diventa manifestazione di questa stessa gioia divina per la persona amata alla persona amata.
I miei gesti d'amore rendono sperimentabili e visibili i gesti d'amore di Dio. Attuo così il mio essere immagine di Dio, il mio essere ministro di Cristo verso il proprio coniuge.  
I gesti di tenerezza diventano così atti di consacrazione alla sua dignità battesimale, al suo essere immerso nella vita trinitaria, al suo essere più vicino a se stesso di quanto lui da solo potrebbe essere vicino a se stesso. Imprimo così nel corpo amato il ricordo esperienziale dell'essere abitato e dell'essere avvolto dalla vita trinitaria in ogni parte del corpo, in tutte le sue azioni e perciò in tutta la sua vita. La condizione nuziale si svela così come rappresentazione ed esperienza battesimale ed cresimale per eccellenza!

Per la riflessione:
Come penso la cresima? Quanto mio occupo di Dio nel mio coniuge?
Quale significato hanno per me carezze, baci, parole dolci e nudità sponsali?
Come immagino Dio nella nostra vita intima?   


Oggi é e sono le ore - Aggiornato il 30/11/2024

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