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La celebrazione della comunione sessuale

Conversazioni 2006/2007

 

LA CELEBRAZIONNE DELLA COMUNIONE SESSUALE - EVENTO DI GIOIA SINFONICA

A) La duplice natura sinfonica della gioia nuziale

La considerazione delle tre premesse d'oro per l'autentica celebrazione dell'unione coniugale, che per quanto segue saranno sempre considerate come principi vivificanti, ci ha di nuovo portato nella contemplazione della gioia sponsale nella sua tridimensionalità divina ed umana.
Scegliamo la stessa gioia intima come luce che ci svela le profondità umane delle nozze nella sua attuazione concreta del coito.
La gioia sessuale è sinfonica.
Con "sinfonico" intendo un atto che si svolge allo stesso momento nello stesso luogo su diversi livelli.
E' ciò che è una "sin-fonia", l'insieme di diversi suoni nello stesso momento e nello stesso posto. Immaginiamoci una sinfonia di Beethoven o di Mozart. Nello stesso attimo suono diversi strumenti con suoni diversi, su altezze diverse con melodie diverse e a velocità diverse.
Tanta diversità, grazie al genio del compositore, nella sinfonia fa un'unica armonia. Per poter apprezzare l'insieme armonico conviene avere familiarità con i diversi strumenti, i loro suoni, le loro melodie e ritmi.
La conoscenza delle singole parti della sinfonia aumenta l'esperienza dell'insieme. La sinfonia è tanto più evento quanto più è amata e conosciuta in ciò che la compone.
Qualcosa di simile vale anche per la gioia nuziale. Nella misura in cui sono cosciente dei suoi diversi livelli, significati, motivi e modalità di attuazione ne avrò una conoscenza ed esperienza sempre più vicina alle potenzialità che vi ha immesso il compositore divino, l'Eterno Padre, lui stesso Gioia infinitamente donata e ricevuta nel Figlio grazie allo Spirito.
Chiamerei la gioia sponsale "sinfonica" sotto due punti di vista.

a) I livelli sinfonici della gioia sponsale

In un primo momento possiamo vedere su quanti livelli della mia personalità si svolge la felicità coniugale intima.
Si attua infatti

  • sul livello della sensazione come percezione erotica del corpo amato

  • sul livello del sentimento come gioia dell'essere donato e ricevuto

  • sul livello conoscitivo come godimento della verità sinfonica della celebrazione

  • su livello volitivo come adesione entusiasta al mistero che si celebra

  • sul livello spirituale come felice collaborazione, in quanto ministri di Cristo, all'attuazione dell'immagine di Dio che è l'essere l'uno nell'altro per amore.


b) La gioia nuziale: realizzazione sinfonica di valori altissimi

La descrizione dei diversi livelli sui quali si realizza il piacere nuziale ha già incluso il necessario collegamento al secondo aspetto sinfonico della gioia sponsale. Su ogni livello si realizzano valori.
La gioia intima coniugale è il frutto della realizzazione di molti valori nello stesso atto.
Il punto precedente accenna alcuni: la celebrazione del corpo amato, la reciproca donazione-comunione, l'attuazione dell'essere immagine di Dio, e molti altri che vedremo tra poco.
Ne deriva la sua intensità straordinaria ed unica. Prima di addentrarci in questa sinfonia conviene, però, passare per la porta, per il preludio che il divino compositore ha premesso come entrata e fondamento alla gioia sponsale: il misterioso sentimento del pudore.   

c) Il preludio e il tono di fondo della sinfonia nuziale: Le due facce del pudore

La faccia chiusa  
L

Il sentimento del pudore riguarda la preziosità e il mistero della nostra vita intima in generale, e in senso corporeo delle nostre parti intime. Ha funzione di protezione e di chiusura verso chi non né fa parte.
Il vestirsi ne è l'eloquente espressione e il disagio provato, quando si espone ciò che dovrebbe essere nascosto, fa sperimentare la forza di questo sentimento.
E' la nostra naturale percezione che le parti, attraverso le quali esprimiamo e realizziamo maggiormente il nostro amore e possiamo dare origine a nuova vita, sono di straordinaria dignità e perciò da proteggere da sguardi estranei. Il pudore spesso si manifesta quasi come timore di rivelare o di donare qualcosa di così mio da dover aver paura, che possa cadere sotto gli occhi o nelle mani di una persona sbagliata.
L'imbarazzo che si prova quando si scivola involontariamente oltre il limite del pudore testimonia la forza e l'energia di questo sentimento, che emerge con potenza dagli strati più profondi della nostra persona.
Per questo motivo è un sentimento che più di ogni altro rivela la dignità e la preziosità della vita sessuale. La sua forza rivelatrice gli viene soprattutto dal fatto che non si tratta di un atteggiamento appreso per educazione, ma lo scopriamo profondamente radicata sia nella natura della donna sia nella natura dell'uomo.
Potremmo paragonare il sentimento del pudore nella sua potenza e delicatezza, all'Angelo che sta alla porta del Paradiso per vegliare sull'accesso all'intimità originale dove "tutti e due erano nudi, l'uomo e sua moglie, ma non ne provavano vergogna. "

La faccia aperta  
J

La funzione del pudore, però, non è solo protettiva. Il pudore sa, sperimenta ciò che protegge. Il pudore ha per sua natura un profondissimo legame con il mistero dell'intimità sessuale, altrimenti non potrebbe difenderlo così bene sempre ed ovunque.
Il pudore è la consapevolezza, la percezione stessa della solennità ed intimità indicibile della vita sessuale. E' la voce costante e vibrante del mistero nuziale.
Perciò il pudore rimane sempre la porta attraverso la quale si entra nell'intimità umana. E' porta chiusa per chi non deve entrare è porta aperta e qualificante per chi può entrarvi.
Il mistero sponsale passa proprio attraverso questa porta. Dal punto di vista naturale è l'amore sponsale che apre questa porta.
Quando amo qualcuno in modo sponsale ho il desiderio profondo e viscerale di farmi vedere alla persona amata proprio nella mia intimità per renderlo partecipe con il desiderio di essere introdotto anche io nell'intimità della persona amata.
Dal punto di vista sacramentale è il Cristo glorioso che spalanca questa porta del paradiso per i due coniugi. Nel sacramento delle nozze il Risorto conferisce ai due sposi il potere e il diritto di donarsi nell'intimità protetta e svelata dal pudore. Lui stesso celebra la loro introduzione nei misteri nuziali.
Quando l'amore sponsale si unisce al sentimento del pudore lo disarma e lo mette al suo servizio in un modo eccezionale. Ciò che prima il pudore difendeva ora lo vuole manifestare, far vedere nei dettagli e donare.
Il pudore nell'amore sponsale conferisce quella sensazione ineffabile d'intimità e di intensità che rende sperimentabile l'unione sponsale come indicibile esperienza d'intimità.
Nell'intimità il pudore conferisce la tipica sensazione d'esclusività dell'evento sponsale. Ciò che verso fuori esclude verso l'interno promuove in modo intenso. La stessa potenza che difende dall'esterno conquista e attrae all'interno. Fa sperimentare la densità e la solennità del dono e della comunione in quanto tiene viva la percezione della singolarità, della gratuità e dell'esclusività dell'atto.
Inoltre, in quanto il pudore esclude tutte le altre persone, evidenzia in modo irrepetibile la totale personalizzazione del dono: suscita negli sposi il sentimento dolcissimo e reciproco del "proprio a te e solo a te mi dono" e "proprio a me e solo a me ti doni".
Per questo sta alla radice di quella deliziosa sensazione di meraviglia per il dono della persona amata e del potersi donare così totalmente ad essa. Attuandosi in questo dono totale in modo particolare il dominio che l'uomo ha su se stesso - esercizio massimo della propria regalità - il pudore favorisce la manifestazione della regalità e della dignità sia dell'atto coniugale in se stesso sia delle persone coinvolte.
In questa profondità si fa esperienza della condizione originale paradisiaca dove l'uomo e la donna si percepivano soprattutto nella loro dignità di immagine di Dio, che come caratteristica principale possiede il rendere presente la regalità di Dio nella coppia e nell'universo. (Il nuovo rito della celebrazione del matrimonio ripropone, infatti, la possibilità del rito dell'incoronazione degli sposi quali veri re e regina.)
Perciò il pudore, se coltivato bene, preserva la coppia dalla banalizzazione della vita intima.
L'ingrediente "pudore" vivifica la freschezza e la continua novità del donarsi e dell'accogliersi facendo sempre sperimentare questo passaggio dall'esterno all'intimo, dal quotidiano nella profondità nuziale.
Il pudore, in quanto specialista, verso l'esterno, dell'allontanare dalla vita intima chi non ne fa parte, nell'intimo così favorisce la percezione della densità del potersi avvicinare così tanto e del potersi essere così vicino.   
Il pudore è responsabile di questa deliziosa tensione tra il desiderio e la sensazione viscerale dell'appartenenza reciproca totale e la percezione dell'essere coinvolti in un evento, che trascende le proprie possibilità, liberando un sentimento di intima riconoscenza verso il potersi amare in un modo così intimo.
Se prima il pudore impediva l'ingresso nel paradiso ora collabora intensamente all'attuazione del paradiso nuziale.


Per la riflessione personale e in coppia:

Che ruolo ha la gioia nella mia vita quotidiana e nella vita della coppia? Come mi procuro gioia? Come creiamo momenti o eventi di gioia per la coppia?

Posso individuare diversi livelli di vita intima sui quali si attua la gioia sponsale? Come descriverei le mie gioie sponsali? Come ne parlerei in coppia? Mi interessa come la sposa/lo sposo percepisce il piacere nuziale (su livello erotico, sentimentale, intellettuale, volitivo e spirituale)?

Che cosa significa per me pudore? Che rapporto ho con il sentimento pudore? Che ruolo attribuisco/attribuiamo al pudore nella nostra vita intima?





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