La larghezza sconfinata della vita della coppia
La larghezza sconfinata della vita della coppia
L'azione umana più grande: la generazione e il concepimento di un/a figlio/a
La persona umana può tradire la bellezza e preziosità del proprio essere attraverso parole, che hanno come genitori "pensieri traditori", e attraverso azioni. Quanto più ci pensiamo in modo sbagliato tanto più parliamo e agiamo in modo da allontanarsi da noi stessi e da chi custodisce il nostro essere genuino: la dolcissima Maestà Trinità.
Tutto questo vale in modo molto forte in rapporto all'essere coniugi e genitori. Quanto sono convinto, cosciente, gioiosamente fiero di essere marito, moglie, padre o madre?
In nessun altro rapporto come nel rapporto coniugale e familiare la consapevolezza della preziosità dei propri ruoli dipende dalla consapevolezza della grandezza dell'essere della persona umana e della vita umana in tutte le sue manifestazioni!
L'unico vero motivo per potersi sposare è il voler unire due persone, due vite umane per sempre e in modo dettagliato ed integrale. Il matrimonio è la celebrazione costante della comunione intima e quotidiana di due persone umane.
Proprio esso mi svela - se sono disposto a credere al suo linguaggio d'amore - l'amabilità ineffabile di ogni aspetto della vita umana mia e del coniuge grazie alla luce limpidissima e caldissima dell'amore. Avendo l'amore unito i nostri cromosomi costituendo così il nostro codice genetico solo l'amore sarà la chiave per poter decifrare la mia vera identità fisica, psichica e spirituale.
Il matrimonio attua questa illuminazione amorosa nel modo più perfetto. Nel matrimonio troviamo la più completa rappresentazione dell'essere della persona umana nella sua amabilità incondizionata.
Tutto quanto riguarda il corpo e l'anima mia e del coniuge è degno d'essere baciato, accarezzato, annusato e detto con amore, persino le azioni e parole cattiva se colte nella luce della redenzione come abbiamo visto nel capitolo precedente.
Questo abbraccio amoroso della vita e della persona 24 ore su 24 evidenzia una verità strepitosa e oggi molto emarginata: la priorità assoluta della persona umana su tutto!!!
La gioia intima nuziale mi svela come prima e più grande gioia della mia vita l'essere del mio coniuge e il mio proprio essere. Il vivere sotto lo stesso tetto ne è la conseguenza e la manifestazione nel quotidiano: Prima di tutto ci sei tu, ci siamo noi. Perciò i coniugi perdono la loro identità quando si scelgono altre gioie prima del coniuge e di se stessi: amici, vestiti, computer, televisione, lavoro, altri familiari.
Molti coniugi rinnegano questo primato della persona che realizza il matrimonio al proprio posto di lavoro non manifestando con fierezza e gioia il proprio essere sposato! Spesso anche tra amici non si osa esprimere la propria ammirazione e gioia per il proprio coniuge per paura d'essere presi in giro.
Così i coniugi privano la società dell'esperienza e della rappresentazione della sua verità più intima: che al suo centro sta l'essere della persona amata.
La responsabilità dei coniugi al riguardo è immensa. Sono loro e solo loro che possono istaurare un clima favorevole alla vita negli ambienti di lavoro e nella cerchia degli amici se hanno il coraggio di parlare con amore del proprio marito e della propria moglie di fronte agli altri.
Il "mio tesoro" non può essere solo "il mio tesoro" tra le lenzuola del talamo ma rimane il mio tesoro confessato anche di fronte al mio datore di lavoro o l'amica del cuore.
Lo sport molto diffuso di parlare con superficialità o in modo squalificante del proprio coniuge al lavoro o con amici avvelena la società e le famiglie e li priva dell'essenziale: dell'amore verso l'origine naturale di ogni vita umana che è l'amore tra i coniugi!
Con queste premesse è facile capire perché si può porre la domanda assurda se i figli sono "impliciti" o un "di più" per la coppia. Questa domanda esprime perfettamente la perversione in cui si trova la nostra società che non coglie più il legame imprescindibile tra vita e amore, tra persona umana ed amore.
Cercherò in seguito d'illustrare quanto profonda sia l'unione tra amore coniugale e una nuova vita da diversi punti di vista.
1) Dal punto di vista della maturità relazionale coniugale:
la coppia che non desidera profondamente un figlio dimostra di non essere pronta a donarsi in quel modo totale che realizza l'unione sessuale.
Perché? Io sono psicologicamente pronto a donare interamente la mia vita a un'altra persona quando amo la sua vita e la mia vita più e prima di ogni altra cosa, dopo Dio si capisce (ma non si fa, purtroppo). Esiste un criterio molto lampante per la verifica di questa maturità d'amore: il desiderio di volere una terza vita come la nostra.
E' insito all'amore sponsale autentico di considerare il coniuge un altro se stesso e la vita con lui un'unica nuova vita con me e per la gioia di questa nostra nuova vita desiderare una terza vita come la nostra ma in una carne diversa dalla nostra!
Ciò che si celebra nell'intimità e nella quotidianità, tutta la vita del coniuge attraverso il suo corpo, trova la sua massima espressione e realizzazione nella celebrazione di una terza vita tanto conosciuta, amata e voluta come la propria vita.
Questa celebrazione della nuova vita ha inizio con il concepimento non dovrebbe più finire continuando nell'educazione e nella comunione con i figli adulti. Possiamo scoprire così una profonda somiglianza tra la vita che i coniugi celebrano attraverso i loro corpi nell'intimità e nella vita quotidiana e la vita che celebrano come genitori nella persona dei propri figli.
Come onoro con il bacio la mano del coniuge e le sue azioni così venero con il bacio le mani dei nostri figli. Come manifesta la bellezza della vita quotidiana alla mia moglie, a mio marito porgendole/gli il pane a tavola con uno sguardo d'amore così posso rappresentare al nostro figlio la preziosità della sua vita facendogli una carezza sulla guancia mentre gli metto le scarpe.
Celebriamo la vita che prima abbiamo ricevuto e donato nella coppia ora nei propri figli. Sarebbe questa la logica dell'amore nuziale e familiare. Vita, amore, gioia tendono sempre ad aumentare in qualità e in quantità.
2) Dal punto di vista sessuale
Dal punto di vista strettamente sessuale-genitale non si può negare che ogni unione sessuale porta in se stessa una possibile terza vita. Anzi, chi desidera fare l'amore senza trasmettere la vita deve ogni volta che fa l'amore prendere provvedimenti artificiali per potersi "difendere" da un'eventuale vita che ne potrebbe nascere.
Senza scendere nei dettagli della difficile questione della genitorialità responsabile vorrei attirare solo l'attenzione sulla naturale coincidenza tra unione sessuale e generazione di una vita nuova.
Ogni completa unione intima implica il dono del seme alla propria moglie. Se uno volesse perciò psicologicamente essere in sintonia con ciò che compie dovrebbe unire anche mentalmente il donarsi e il ricevere della vita su livello sessuale come costante possibilità di una nuova vita.
La profondità, larghezza ed altezza di una tale concezione richiede una profondissima consapevolezza della vita, dell'amore in modo da poter scegliere in maniera così prioritaria l'apertura alla vita.
Sono molto cosciente che sto parlando di qualcosa che è totalmente estraneo alla mentalità attuale. Però ho voluto accennarvi per ridarci almeno la possibilità mentale di ripensare l'unione sessuale nella sua fecondità originale e naturale.
In questo modo si può forse di nuovo imparare a cogliere la totalmente dimenticata verità che l'unione nuziale non è mai limitata ai soli coniugi ma sempre aperta, a favore di nuova vita concreta diversa da loro: la famiglia, la società e la Chiesa.
Società, Chiesa, famiglie e coppie hanno urgentemente bisogno di uscire da questa concezione intimistica e egoistica dell'atto sessuale per riviverlo nella sua vivacità originale che realizza il primato assoluto dell'amore e della persona e ne permea tutti i rapporti coniugali, familiari, sociali ed ecclesiali!!! La discriminazione o la celebrazione della persona umana ha inizio nella intimità coniugale!
3) Dal punto di vista sacramentale
Come potrebbe vivere Gesù glorioso l'unione coniugale in rapporto all'apertura della vita? Lui è personalmente l'ideatore e creatore della persona umana, dell'unione sessuale, dello stesso matrimonio.
Gesù risorto è il celebrante principale del sacramento del matrimonio in tutte le sue manifestazioni ogni giorno per tutta la sua durata. E' lui l'autore della comunione profonda tra dono reciproco dei coniugi e dono di nuova vita che ne può venire fuori.
Ed è di nuovo lui a creare personalmente l'anima immateriale di ogni persona con la collaborazione amorosa dei coniugi nel momento del concepimento. Vale a dire è lui che causa il concepimento volendo consapevolmente e gioiosamente l'inizio della mia esistenza.
In questa luce è più lui che coinvolge nelle sue modalità di amare e di creare che non i coniugi che "invitano" Gesù a presenziare al loro unirsi e al loro generare. Gesù è infinitamente più partecipe di ogni piacere sessuale nuziale e di ogni generare e concepire di quanto i coniugi coinvolti siano capaci d'essere presenti a ciò che compiono.
Non possiamo immaginare la gioia immensa che Gesù prova nel poter donare due coniugi l'uno all'altro e nel poter creare con il loro ineffabile amarsi nuove persone.
E' lui l'unico a decidere quando dare origine a una nuova persona, ma si è voluto legare ai dinamismi genetici che lo "costringono" paradossalmente a creare in situazioni completamente avverse al suo essere (provetta, stupro, …).
Che generare e concepire sia un collaborare con Cristo Creatore non è molto presente nella coscienza delle coppie. Proprio questa verità profonda è in grado di svelare dell'atto del generare e del concepire una nuova persona tutta la sua bellezza e dignità.
Non esiste un'azione umana che abbia un valore più alto e delle implicazioni più vaste e profonde! Occorre promuovere nelle nostre famiglie una nuova consapevolezza di quell'azione alla quale tutti dobbiamo la nostra vita.
E' completamente assurdo quanto poco sia tenuto in conto questo atto che fonda tutto ciò che siamo! Urge un'educazione chiara e profonda al desiderio di voler generare e di concepire un essere umano.
Nella dimenticanza e nella sottovalutazione di questa azione centralissima della nostra esistenza si può cogliere tutta la svalutazione della nostra vita personale e della vita nella nostra società.
Proprio una cultura che si vuole basare sui diritti umani dovrebbe fortemente favorire quell'azione che è la premessa di tutti i diritti: la generazione della vita. Una bassa natalità svela la bassa vitalità di una nazione quasi come se dicesse: "La vita può attendere, abbiamo cose più importanti da fare." …. Quali?
Solo una società, solo una Chiesa, nella quale nonni, genitori e giovani guardano alla generazione e al concepimento di nuove persone con ammirazione e desiderio come azione che più di tutte le altre realizza la persona umana, potrà essere chiamata una società veramente umana, una Chiesa davvero cristiana.
Non desiderare, non celebrare nuova vita umana è non desiderare, non celebrare la propria vita, azioni a Cristo del tutto estranee.
Per la riflessione
Sono fiero d'essere coniuge e genitore? Quando e perché?
Che percezione e idea ho io dell'atto del generare-concepire? Ne parlo a altre persone? Che cosa pensa l'opinione pubblica dell'azione del generare? Come si può far venire il desiderio di generare?
Come mi immagino la mia collaborazione con il Cristo glorioso alla creazione dei nostri figli?