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Le nozze come Mistero Pasquale

Conversazioni 2006/2007

 

Un anticipo delle altezze divine del matrimonio: Le nozze come Mistero Pasquale

Celebrando in questo giorno (la Chiesa considera l'Ottava di Pasqua un unico giorno lungo una settimana!) la Risurrezione di Cristo desidero anticipare l'aspetto più centrale del matrimonio cristiano e la sua vera origine in alcuni accenni.
Nel capitolo sulle altezze divine delle nozze approfondiremo meglio quanto segue. Dal punto di vista sinfonico si tratta della gioia sul livello spirituale.  
Il matrimonio esiste in quanto sacramento solamente ed unicamente perché Gesù è stato crocifisso ed è risorto. Come ogni sacramento ha la sua origine storica e la sua vita attuale nel Cristo crocifisso e glorioso.
Se Gesù non fosse morto e risorto non ci sarebbe matrimonio cristiano. Nessuno avrebbe celebrato il proprio matrimonio nella forma nella quale l'ha celebrata, se Gesù fosse ancora nella sua tomba … perché la Chiesa non ci sarebbe proprio.
E' fondamentale rendersi conto di questo fatto storico per poi chiedersi che cosa voglia dire per la vita stessa del sacramento del matrimonio.
Se il matrimonio cristiano dipende storicamente dalla risurrezione di Gesù possiamo chiederci in che modo la vita matrimoniale è ora caratterizzata, qualificata e formata dalla stessa morte e risurrezione di Gesù.

Gesù risorto e gli sposi come origine del sacramento del matrimonio

"E' presente nei sacramenti con la sua forza in modo tale che quando qualcuno battezza, è Cristo stesso che battezza."  Ciò vale per ogni sacramento della Chiesa. E' sempre Gesù l'agente principale che attua ciò che il sacramento significa.
E' sempre quel unico Gesù che ora esiste, che ora è vivo: il Gesù crocifisso e risorto. Perciò ogni sacramento partecipa intimamente alla sua vita gloriosa, anzi questa vita gloriosa di Gesù è la sua unica vita, perciò il sacramento esiste.
Ogni sacramento è creato da Gesù per poterci comunicare questa sua stessa vita gloriosa secondo le modalità dei diversi sacramenti. Ci comunica questa vita mirabile per rendercene partecipi!
In un modo ineffabile questa partecipazione avviene già nell'attuazione dei sacramenti. Mai Gesù vuol fare qualcosa di solo (sarebbe contro la sua intima natura divina: è sempre in tre!). Per questo motivo in ogni sacramento fa collaborare persone umane per la sua realizzazione: vescovi, presbiteri, diaconi e … per l'attuazione del sacramento del matrimonio: gli sposi.
Ecco come si svela la dignità ineffabile del matrimonio già nella sua origine: Quando due sposi si scambiano le parole del consenso: "Io accolgo te … (Io prendo te)" collaborano con Gesù risorto nel donarsi interamente l'uno all'altro.
Come abbiamo visto nel capitolo sulle promesse d'oro  solo Dio può donare due persone totalmente ed interamente l'una all'altra avendo solo lui il dominio assoluto sulla nostra vita.
Ma Dio dalla risurrezione in poi è sempre Gesù glorioso. Come tale agisce nella storia e nelle nostre vite. Si è creato la Chiesa apposta per poter essere operante con la sua umanità gloriosa in mezzo ai popoli attraverso la sua Parola e i suoi sacramenti.
In questa luce il sacramento del matrimonio è opera e creazione personalissima di Gesù risorto e crocifisso. Lui considera ogni matrimonio la sua opera e perciò fa di tutto per la sua crescita e per la sua realizzazione.
Però non è la sua opera in modo esclusivo.
Sta in questo uno degli aspetti più commoventi dell'operare amoroso di Cristo: Lui crea il matrimonio insieme ed attraverso i due sposi. Il matrimonio è un eccelsa coproduzione tra Cristo, la sposa e lo sposo. Solo attraverso i due "si" ispirati degli sposi, che attuano il dono delle loro vite, Cristo può dare inizio in loro e tra di loro al patto nuziale.
Anche per lui il suo "si" a loro due e allo loro comunione implica ed attua la donazione totale della sua persona. Gesù "sposa" l'unione dei due sposi, si unisce alla loro unione come fondamento, linfa vitale, promotore e difesa in modo incondizionato.
Perciò, ogni matrimonio cristiano è frutto per il 100% dell'operare del Risorto, per il 100% dell'agire della sposa e per il 100% dell'impegno dello sposo. E solo così come nasce può crescere e durare, vale a dire attraverso la collaborazione dei tre impegnati al massimo e senza riserve!
  
Centralità della coppia per Gesù risorto nella redenzione dell'umanità

Per poter collaborare al matrimonio cristiano è necessario avere una minima idea di ciò che Gesù risorto pensa del matrimonio e che cosa significa la sua passione, la sua morte e risurrezione per esso, come qualifica la sua persona e la sua vita gloriosa le nozze cristiane, o meglio come le fa essere tali.
Il matrimonio è, come lui stesso afferma all'inizio della Genesi, immagine di Dio, perciò comunione di persone, la comunione più intima umanamente possibile di due persone, perciò immagine di quelle relazioni che sono le più intime in assoluto, quelle divine.
Ma sin dall'inizio proprio lì dove si potrebbe realizzare l'unione più completa tra due persone è sorta la disunione. Il peccato originale è il frutto di una decisione matrimoniale in disaccordo con chi ha creato la loro unione.
Ecco la tragedia dell'umanità: ha l'origine della sua disgregazione e del suo distacco da chi l'ha creata, proprio lì dove viene continuamente rigenerata e aumentata l'umanità: nella coppia.
Dio in Gesù si è impegnato a ricomporre in un modo nuovo ancora più mirabile di prima l'armonia originale persa nella caduta della prima coppia. La Pasqua è questa nuova creazione.
Per capire bene la centralità della coppia nella redenzione conviene tenere presente i seguenti punti:
a) Dio crea l'umanità come coppia e affida l'umanità alla coppia: solo attraverso di essa crea nuove persone umane.
b) Nella prima coppia avviene come decisione comune della coppia lo sganciamento dell'umanità dalla sua Origine.
c) Dio affida se stesso come uomo a una coppia, Maria e Giuseppe, per ricomporre quanto la coppia ha diviso.
Da queste premesse può risultare facilmente percepibile la centralità che Gesù attribuisce alla coppia. Se da lei ha fatto sempre dipendere tutto ciò che riguarda l'esistenza e la sorte dell'umanità fino al punto di perderla, ora tanto più la inserirà nel suo progetto di redenzione della stessa umanità, che non ha mai smesso di nascere dalla vita della coppia.
Il sacramento del matrimonio è esattamente l'inserimento preferenziale della coppia nell'opera di redenzione attuato da Gesù.
Siccome la redenzione si attua in Gesù attraverso la sua passione, morte in croce e risurrezione conviene vedere in che modo il sacramento del matrimonio partecipa e vive del patire, morire e risorgere di Gesù.
Prima di contemplarne la realizzazione nel sacramento bisogna rispondere alle seguenti domande: Che cosa vuole dire "essere redento da Cristo"? In che relazione sta la mia vita con ciò che Gesù ha compiuto nella sua passione, in croce e nella sua risurrezione?

La redenzione realizzata da Gesù crocifisso e risorto

Riassumo in quattro punti focali quanto Gesù crea e rivela nella redenzione:
a) In croce prende su di sé tutti i nostri mali. Fa suo, in quanto uomo, tutto ciò che ogni persona umana può soffrire durante tutta la sua vita nel suo corpo, nella sua psiche e nel suo spirito.
Con ciò attua nella sua carne e nella sua anima ciò che Dio fa da sempre: si identifica con le nostre sofferenze, le vive come sue, anzi per l'intensità con la quale Dio ci ama sente le nostre sofferenze più sue di quanto noi le possiamo mai sentire nostre.
In questo Gesù ci libera dalla solitudine con la quale viviamo i nostri mali subiti. Esiste uno che li vive ancora più di noi come suoi. La croce è la fine della sofferenza solitaria.
b)In croce Gesù non istaura e rivela solo relazioni con i mali che dobbiamo subire nella nostra vita, ma - e qui l'amore divino si rivela nel modo massimo - si assume la responsabilità per quei mali dei quali noi stessi siamo responsabili! Se io ho rubato, in croce Gesù dice al Padre: sono stato io. Si mette realmente al mio posto e si assume tutte le conseguenze del mio peccato, fino alla morte.
Possiamo chiederci come mai sia possibile che Gesù si può identificare in un modo così reale e concreto con ciò che noi portiamo nel nostro più intimo. E' qui che Dio si rivela davvero Dio. Gesù in quanto Dio è più vicino a noi stessi che noi possiamo essere vicini a noi stessi. La sua trascendenza fa sì che la mia vita gli è direttamente accessibile.
E' tutta scoperta davanti a lui, mentre a me rimane sempre abbastanza nascosta. Perciò è più vicino a tutto ciò che è mio di quanto io posso essere vicino alla mia stessa vita.
Essendo puramente Amore vive la mia vita come fosse la sua, perciò anche le mie azioni le percepisce più sue di quanto le posso percepire mie. Grazie a questa "posizione" privilegiata nei miei confronti, grazie a questo immediato accesso alla mia vita in tutta la sua ampiezza e intimità, ha un particolarissimo rapporto con le mie azioni cattive: talmente ama la mia vita e talmente le è vicino che ogni volta che compio una cattiva azione, che mi farebbe del male, lui stesso si precipita e sene assume la responsabilità per liberarmene dalle conseguenze terribili che potrebbero avere su di me.
Non sopporta che io faccio del male e preferisce di sostituirsi a me per liberarmene.  Insisto: Dio fa sempre così con ogni essere umano. Ma solo in Gesù in croce rivela questo suo modo ineffabile di amarci e lo fa anche in quanto uomo. Così diventa una verità accessibile e fruibile per noi perché lui paga anche in quanto uomo ciò che l'umanità gli dovrebbe per la follia che causa un peccato in Dio.
Ogni persona umana è libera ad accogliere questa liberazione divina. Questa accoglienza si attua nel battesimo e viene sempre di nuovo realizzato nel sacramento della riconciliazione.    
c) Il dono della Pasqua non si esaurisce qui. Normalmente, secondo le economie e le leggi   
di mercato, chi è stato liberato da un male dovrebbe pagare qualcosa a colui dal quale ha ottenuto questa liberazione (p.e.: pago il dentista che mi tira il dente o il medico che mi opera). L'economia della salvezza è diversa. Gesù non chiede in cambio ma dà in più: la sua stessa vita.
Giovanni l'evangelista rappresenta bene la meraviglia di questo scambio mirabile: La lancia, simbolo del nostro odio verso Dio e l'uomo, perfora il costato.
Giovanni non dice "perfora" ma "apre" e aggiunge "subito uscì sangue ed acqua" (Gv 19, 34). Il peccato, per volere libero di Gesù, crea nel suo corpo l'apertura per la quale subito escono "sangue ed acqua". Sangue ed acqua sono i  simboli delle due modalità con i quali Dio si dona attraverso la sua croce: sangue sta per l'eucaristia, per il dono di sé nel suo corpo; "acqua" sta per il battesimo, per il dono di sé nel suo Spirito. Il "subito" esprime con quale velocità Gesù risponde a ogni peccato con l'offerta della sua vita!
d) Nella risurrezione Gesù fa vedere perché ha voluto liberare in questo modo così ineffabile l'uomo dal suo peccato: per poterlo glorificare in tutta la sua persona con il dono trasfigurante della sua vita!
Gesù insiste sul fatto che il suo corpo è identico al suo corpo prepasquale, vale a dire che è identico con il nostro corpo nel quale viviamo noi attualmente. Così vuole imprimerci la consapevolezza che lui ha trasfigurato la nostra vita concreta, quotidiana che si svolge giorno dopo giorno nel ed attraverso il nostro corpo. La risurrezione è la celebrazione massima del nostro essere persona, unità di anima e di corpo e tutte le relazioni ed azioni che implica.   
Gesù risorto è la visibilizzazione di come Dio celebra ogni uomo e di come Dio vuole glorificare ogni persona umana interamente e definitivamente.

Tutto questo è redenzione (anche se solo accennato) e tutto questo costituisce la vita della coppia sposata nel sacramento.
Come?

La redenzione attuata nel matrimonio

La redenzione di Gesù è opera puramente basata sull'amore che Dio ha per l'essere umano. Il matrimonio si fonda esclusivamente sulla scelta libera d'amore di due persone. Perciò si basa unicamente sull'amore. Per questo motivo è una relazione privilegiata nella quale si può fare esperienza della redenzione in un modo del tutto particolare.
I due sposi sono i ministri del loro matrimonio, non il sacerdote che solamente benedice le nozze. Non le celebra!
Ogni ministro di un sacramento agisce nella persona di Gesù e Gesù agisce attraverso di lui per attuare il suo mistero di salvezza. Così avviene anche nel sacramento del matrimonio.
E' nella persona di Gesù che lo sposo si dona alla sposa e viceversa. E' il Risorto stesso che compie attraverso la collaborazione dei due sposi la comunione intima delle loro due vite.
Lui fa della sua vita lo spazio, la casa, l'ambiente e il fondamento nel e sul quale si può sviluppare la comunione delle due persone sposate.
I due coniugi sono chiamati a manifestare l'uno all'altro l'amore che Cristo ha per loro e il modo con il quale Lui ama ciascuno dei due e tutte e due insieme.
Il mistero dell'amore di Gesù può essere riassunto in questa frase: "Nel dono della sua vita Gesù in croce libera l'uomo dai suoi mali facendosi totalmente solidale con essi per poter nella risurrezione glorificare tutta la sua vita nel suo corpo." Croce e risurrezione sono i due aspetti che caratterizzano l'evento pasquale.

A) Gesù risorto glorifica il matrimonio

Partiamo dall'aspetto della risurrezione.
Proprio questo è l'atteggiamento sponsale più specifico: l'uno glorifica la vita dell'altro attraverso il dono di sé nella propria corporeità.
Gesù nella risurrezione manifesta la massima amabilità della vita umana nella sua corporeità. Questo fatto ha un triplice effetto sulla vita della coppia:
a) Il corpo glorioso di Gesù manifesta che Dio celebra la vita mia e la vita del coniuge nel ed attraverso il corpo. In quanto Gesù risorto è autore del nostro matrimonio celebra Lui prima di tutto con adesione ed entusiasmo divino-umano l'unione della coppia attraverso i nostri corpi.
b) Perciò vengo liberato interiormente a far celebrare e a celebrare anche la nostra vita attraverso i nostri corpi. Sono divinamente incaricato/a (inviato/a) a farmi glorificare dal mio coniuge e a glorificarlo nella comunione intima.  
b) Il corpo glorioso di Gesù mi manifesta come io sono chiamato/a a rendere presente Gesù risorto al mio coniuge: celebrando/glorificando la sua vita attraverso la mia e la sua corporeità.
Come si attua in concreto questa glorificazione reciproca dei coniugi attraverso la loro corporeità?
Questa celebrazione abbraccia tutta la vita dei coniugi: dallo svegliarsi a vicenda la mattina fino all'amplesso più intimo.
Mettere le tazzine in modo da far piacere all'altro, scegliere una cravatta che fa gioire la moglie, una telefonata a sorpresa solo per dire che ti amo, ecc. tutto può diventare celebrazione della vita nostra attraverso i gesti del nostro corpo.
Mi soffermo un momento sull'espressione più intensa di questa celebrazione di glorificazione che si compie nell'intimità coniugale.
"Glorificazione del corpo di Gesù" significa che Dio sceglie totalmente la vita umana intera nella sua concretezza corporea. E' il sussulto divino: io voglio proprio la persona umana così come è e do tutto me stesso a lei affinché possa essere sempre di più ciò che è nella gioia infinita della comunione con me.  
La risurrezione, perciò, è la glorificazione della vita umana nella sua concretezza, intimità e totalità quotidiana e storica da parte di Dio in modo attuale e definitivo.
Proprio questo il coniuge manifesta alla persona amata quando bacia o accarezza con tenerezza o intensità la sua mano o il suo piede. Il gesto o la parola dolce esprimono l'adesione glorificante dello sposo alla sposa e viceversa. In quella parte del corpo celebra con il suo amore tutto ciò che compie il coniuge attraverso di esso.
Celebra sia tutta la persona, anima e corpo, che è presente in questa parte specifica del corpo sia le azioni che la persona amata compie attraverso di essa . E' il modo più intenso per dirle: Si ti voglio proprio così, solo così e sempre più così.
Questa espressione è il fedele eco di ciò che nella risurrezione di Gesù dice all'umanità: Si ti voglio proprio così, solo così e sempre più cosi. E' l'applauso totale di Dio alla sua umanità e alla comunione con essa come l'amplesso intimo è l'applauso totale alla persona amata e alla comunione con essa.
Questi gesti aumentano di intensità e di significato se vengono compiuti nella consapevolezza che Gesù stesso ama così le nostre vite e che - e qui è grande il mistero - attraverso il mio amare rende presente il suo amare glorioso per il mio coniuge e il mio coniuge mi rende presente il modo d'amore del Risorto.
Considerato che il matrimonio è sacramento perché lo stesso Gesù risorto mi dona il mio coniuge e mi dona al mio coniuge 24 ore su 24, diventerà difficile negare l'incondizionata amabilità mia e del coniuge. Il Risorto dona solo ciò che è amabilissimo.
In questa luce i coniuge potrebbero persino fare esperienza di quel amore che sta alla radice di tutto l'agire di Gesù: come lui è più vicino a noi che non noi a noi stessi, così anche i coniugi possono diventare più prossimi al proprio coniuge di quanto non è lui vicino a se stesso.
Potrebbero sentire la vita dell'altro più propria che non quanto la persona amata la senta propria. Penso che il vero amore nuziale arrivi a questo e si manifesti in modo semplice nella preoccupazione per la salute per l'altro fino alla conoscenza dei moti più remoti dell'anima e del cuore dell'altro, magari nascosti a chi ne è il soggetto ma visibile agli occhi di chi ama.

B) Gesù risorto crocifisso redime il matrimonio

Il secondo aspetto del mistero cristiano del matrimonio è l'azione del Risorto in esso in quanto crocifisso. Il matrimonio partecipa profondamente a ciò che Gesù compie in croce. Perciò è intimamente evento di misericordia. Prima di tutto Gesù fa suoi tutti i mali subiti o causati dai coniugi e della coppia come tale.
Questa consapevolezza può liberare i coniugi verso un nuovo atteggiamento redento nei confronti dei mali che trovano in se stessi e nella coppia.
L'essere immerso in Cristo crocifisso e risorto grazie al battesimo e al matrimonio predispone a riconoscere tutti i mali della coppia assunti da Gesù crocifisso. La coppia, perciò, dovrebbe integrare questa verità nel modo con il quale affronta i mali all'interno della coppia.
Se qualsiasi male è assunto da Cristo qualsiasi male ha perso la sua forza disgregante.
Anzi, ogni sposo, ogni sposa, coerente con il proprio ministero nuziale - che è rendere presente all'altro l'amore di Cristo crocifisso e risorto - dovrebbe desiderare di volere prendere su di sé i mali dell'altro. In ottica di redenzione prima dovrei prendere su di me le colpe del mio coniuge e dire a me stesso, al coniuge e a Dio: sono stato io!
Appunto come Gesù fa con me in croce.
Lì rivela che cosa vuole dire amare l'altro come un altro me stesso. E il mio coniuge mi è veramente donato da Gesù come un altro me stesso. Perciò qualsiasi cosa faccia è come se l'avessi fatta io! Così si crea la migliore premessa per il colloquio chiarificatore che il male in gioco comunque richiede.
Ma non si tratterà più del SUO male ma del NOSTRO male, quello di Gesù e dei due coniugi! Il matrimonio è veramente comunione dei beni e dei mali!
Cosi viene tolto ai diversi mali che si annidano nella coppia la possibilità di diventare motivo di accusa dell'altro. Al contrario si trasformeranno in motivo di approfondimento della vita della coppia perché occasioni per affidarsi nella propria debolezza e nei propri peccati all'altro.
Possiamo notare che quanto più rappresentiamo gli atteggiamenti pasquali di Cristo per il coniuge tanto più si realizza l'amore e la comunione nuziale e ci umanizziamo, perché ci permettiamo a vivere nell'atmosfera originale della persona umana: nel amore!
Conviene prendersi il tempo per approfondire gli effetti pasquali nella propria vita e per parlare con il coniuge sul modo con il quale Cristo glorioso agisce nella coppia e come la coppia lo rende presente imitando i suoi atteggiamenti.
Possiamo riassumere le azioni specificamente pasquali della coppia così: La coppia partecipa e rende presente la vita del Risorto nella coppia attraverso la glorificazione della loro vita nella loro corporeità (dalle attenzioni più semplici fino all'intima più profonda) e il Crocifisso grazie al desiderio di assumersi i mali dell'altro e lo sguardo di misericordia su di essi.
Così la coppia fa scendere la redenzione, il Cristo glorioso, attraverso la celebrazione quotidiana del matrimonio nel più intimo della persona (geneticamente nuziale), della famiglia, dell'umanità, della società e contagia il mondo dal suo più intimo con misericordia ed amore.


Domande per la riflessione personale e in coppia

Che cosa mi dice la croce, la morte e la risurrezione di Gesù? Come influiscono queste azioni di Gesù sulla mia vita? Come penso che Gesù risorto e crocifisso centri con il nostro matrimonio?

Come percepisco la celebrazione della mia vita attraverso le manifestazioni d'amore verso il mio corpo da parte del mio coniuge (dalla vita più quotidiana alla vita più intima)? Posso elencare i gesti di amore che dono e che ricevo all'interno della coppia nell'arco di una giornata?

In che rapporto sto con i miei mali subiti o causati? Come guardo i mali del mio coniuge? Come consideriamo insieme i mali nella vita della nostra coppia?






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